Il vicino Cap. 1,2 e 3
Data: 12/04/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Astarte, Fonte: RaccontiMilu
... – Che pelle liscia… Mmm, questi capezzoli vogliono essere succhiati – dice, prima di prenderne uno tra le labbra e succhiarlo forte, provocandomi una scossa di piacere. Sento una sua mano infilarsi tra le mie gambe, con due dita mi penetra la figa e mi trova bagnata fradicia. – Come immaginavo – mormora soddisfatto.– Signor Mario – dico eccitata, – Dal suo studio mi ha vista solo ballare? –
Lui sorride, – No, ho visto anche come ti fai montare – confessa. – Ti ho guardata mentre ti facevi sfondare tutti i buchi da ogni uomo che ti sei portata in casa – dice, mentre si alza e si slaccia i pantaloni. Mi inginocchio davanti a lui e lo aiuto a liberarsi dei pantaloni e delle mutande, e finalmente gli vedo il cazzo, che trovo eccezionalmente duro.– Mi sono persino armato di binocolo, per vedere meglio – dice, afferrandosi il cazzo e strusciandomelo contro il viso. Vorrei succhiarglielo, ma prima lo voglio sentire in figa.– Si segava mentre mi guardava? – gli chiedo, mentre mi alzo e mi siedo sul letto.– Sì, ogni volta mi facevi sborrare… Mi disturbava solo non sentire cosa dicevi, perché secondo me sei una che urla come una gatta in calore – dice. Mi sdraio, allargo le gambe e lui è sopra di me. Punta il cazzo contro la mia figa liscia, non ha un attrezzo enorme e la posizione del missionario non è la mia preferita, ma quando inizia a spingermelo dentro mi sembra di impazzire.– Sì, signor Mario, così – gemo, mentre lui affonda dentro di me, fino in fondo, per poi ritrarsi e ...
... avanzare ancora e ancora.– Non resisterò molto – mi annuncia, aumentando il ritmo.– Non importa, vieni… vienimi dentro – lo supplico, tra un gemito e l’altro.Spiandomi si sarà accorto che spesso chiedo ai miei partner di venirmi in bocca, sul viso o sul corpo, ma oggi no. Oggi voglio sentirlo venirmi dentro.– Sì cagna, ti riempio di sborra – dice, ormai al limite, – Toh, tieni, tieni – ringhia, scaricandomi dentro il suo seme, e io vengo assieme a lui con un gemito strozzato.– Lo sapevo che eri una che gemeva come una puttana – dice sfilandosi da me e sdraiandosi al mio fianco.– Ti è piaciuto lo spettacolo? – domando, la voce impastata dall’orgasmo.– Devi chiamarmi Signor Mario, sempre – mi riprende lui, torcendomi un capezzolo.– Sì, signor Mario, tutto quello che vuole – mormoro.– Brava – mi risponde lui, e poi mi bacia in bocca per la prima volta. – Io ti chiamerò Signorina Marina solo davanti ad altra gente, ma quando saremo soli ti tratterò come la puttanella che sei – chiarisce. Io annuisco soltanto.– Quando ballerai in casa lascerai le tende aperte, così che potrò guardarti quanto voglio, e lo farai nuda. E quando sarai sola, come oggi, appenderai qualcosa di rosso alla finestra, così se sarò libero verrò a montarti come meriti – mi ordina.– Lo farò, Signor Mario, lo prometto – dico, mentre lui si siede sul letto, pronto a continuare la ricerca della sua cagnetta… l’altra intendo.
Cap. 2
Nell’ultima settimana confesso di essermi chiusa spesso in camera e di aver ...