Il vicino Cap. 1,2 e 3
Data: 12/04/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Astarte, Fonte: RaccontiMilu
È un caldo pomeriggio autunnale e sto ripassando la coreografia del pezzo che proporrò nella lezione di domani alle ragazzine a cui insegno danza Jazz/Funk. Sì, volendo potrei andare al centro danza, ma perché attraversare mezza città quando posso benissimo approfittare dell’assenza delle mie coinquiline per trasformare la mia camera in una sala prove? Il volume della musica sovrasta qualsiasi altro rumore, così solo quando il brano termina sento suonare alla porta. Vado ad aprire e mi trovo davanti un uomo maturo, sui 60 forse. è alto e ben piazzato, ma un viso familiare e l’aspetto distinto, per nulla minaccioso.– Scusi se la disturbo, sono Mario XX, vivo nel palazzo dall’altra parte del giardino – si presenta, – Ci siamo incrociati qualche volta nel supermercato alla fine della strada – aggiunge.– Ma certo, ora ricordo – dico, mentendo spudoratamente, – Come posso aiutarla? –L’uomo tira fuori dalla tasca della giacca una foto e me la porge. Una donna bionda, che suppongo sia la moglie, tiene in braccio un cane, un bell’esemplare di barboncino bianco. – Questa mattina a mia moglie è scappata la nostra cagnolina, non è che per caso l’ha vista? – domanda.Scuoto la testa. – Mi spiace, no – adoro i cani, di sicuro una cucciola così bella da sola per la strada avrebbe attirato la mia attenzione.– Capisco… beh, grazie comunque, signorina? – dice lui.– Marina – mi presento. – Senta, se vuole posso domandare alle mie coinquiline quando arrivano – propongo.– Sarebbe molto ...
... gentile, Marina – dice lui.– Venga, entri – lo invito, – Prendo il cellulare e faccio una foto alla sua foto – dico, chiudendo la porta di casa. Vado in cucina, dove credo di aver visto il mio telefono per l’ultima volta, e l’uomo mi segue. – è proprio carina – commento aprendo la fotocamera del cellulare.– Già, è una bella cagnetta – conferma il signor Mario, – ma un po’ troppo vivace.
È già la terza volta che scappa, e l’ultima volta è tornata gravida – dice.Sorrido, non sapendo che altro dire, poi l’educazione ferrea impartita dai miei mi fa aggiungere – Posso offrirle un caffè? –Mi aspetto un rifiuto, invece il signor Mario accetta immediatamente.– Ogni tanto la guardo ballare, sa? – mi dice, sedendosi mentre io di spalle prendo le tazzine dalla credenza.– Ah sì? – dico sorpresa, armeggiando con le capsule.– Sì. Casa mia affaccia proprio sui giardinetti e dopo il tramonto dalla finestra del mio studio si vede benissimo cosa accade nella sua stanza… –Il tono con cui pronuncia quelle parole mi fa voltare, ma non dico nulla.– Ai miei tempi non si ballava così – aggiunge. – Adesso ballate come delle selvagge, agitando i vostri culetti, imitando atti osceni… – continua. Ora non mi guarda più in faccia, no.– E poi lo fate con addosso queste cose così attillate, in pratica obbligate chi vi guarda a fare pensieri sconci su di voi – commenta, guardando il top nero e i pantaloncini che indosso. In effetti sono due brandelli di stoffa e, così aderenti, non lasciano molto ...