Danilo e federico - parte i: il serpente che si morde la coda (8)
Data: 11/04/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69
... niente delle tue giustificazioni. Ho visto a sufficienza!».
«Cosa avresti visto?» chiese lui, inarcando le sopracciglia e alzando il tono della voce per tentare di sovrastare la mia.
«Che la tua vita va avanti tranquillamente, proprio davanti al mio naso. Ho assistito a tutta la romantica scenetta sotto casa! So bene che non avrei potuto pretendere nulla, sia chiaro, ma credevo di meritare almeno un briciolo di considerazione!» sbottai io, alzando a mia volta il tono di voce. Stavo quasi urlando: ormai il proposito di mantenere la calma era andato a farsi benedire.
«Come sempre, non hai capito un cazzo» disse Danilo, provando a mantenere un tono pacato in contrasto con le mie urla.
«Sono stufo delle tue frasi insensate e soprattutto del tuo atteggiamento da menefreghista strafottente, stronzo!». L’ultima parola gliela vomitai in faccia con una rabbia indescrivibile.
Qualcosa nei suoi occhi si accese, come una sorta di fiamma, mentre la sua espressione divenne dura: «Stammi a sentire, ragazzino…».
«Come OSI chiamarmi ragazzino? Tu…». Non riuscii a terminare la frase. Come una belva, Danilo si avventò su di me, sbattendomi al muro e bloccandomi il collo con l’avambraccio. Sollevai le mani e provai ad allentare la presa ma, come tutti gli altri miei tentativi passati, anche questo si risolse in un buco nell’acqua. Danilo avvicinò il viso al mio e disse a voce bassa e minacciosa: «Sì, sei un ragazzino. Irrompi in casa mia e decidi deliberatamente di non ...
... ascoltarmi, di non darmi la minima opportunità di spiegare. Conta solo la tua verità, vero?». Il suo respiro profondo mi investì il viso, mentre i suoi occhi percorrevano i miei lineamenti. Poi riprese a parlare, mantenendo la stessa espressione: «Allora, dal momento che hai deciso di non ascoltarmi, adesso sarò io a non ascoltare te, qualunque cosa mi dirai. Ti scoperò così forte che sentirai le tue gambe cedere…».
«No!» urlai, provando a divincolarmi, ma con tutto il suo peso mi schiacciò contro il muro e mi tappò la bocca con la mano.
«Andrà così: squarterò il tuo bel culo da impavido giudice morale quale sei e nessuna delle tue suppliche potrà fermarmi. Potrai anche gridare pietà, è proprio ciò che voglio. Così magari imparerai la lezione».
Detto ciò, con una violenza inaudita, mi strappò di dosso il giubbotto, mi strattonò dal braccio e mi trascinò verso la camera da letto. Provai a puntare i piedi per arrestare il suo cammino, ma Danilo si fermò e mi prese in braccio come fossi un fuscello, senza la minima difficoltà. Riuscii ad assestargli una gomitata sul viso ma, nonostante il colpo, non fece una piega. La sua volontà di ferro gli permise di avanzare e scaraventarmi sull’enorme letto matrimoniale. Mi voltai e provai a scappare, ma Danilo fu più svelto: mi bloccò a pancia sotto col suo peso, facendomi affondare la testa nel morbido cuscino. Si sollevò e, con la sola pressione delle gambe sulla mia schiena, si sporse per aprire il cassetto del comodino e prendere ...