Danilo e federico - parte i: il serpente che si morde la coda (8)
Data: 11/04/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69
Durante il lungo viaggio di ritorno verso Milano, ebbi occasione di ripensare alle vacanze di Natale appena trascorse. Dopo il mio coming out, se così poteva definirsi quella crisi di pianto nel bel mezzo della notte di Natale, mia madre e mia sorella mi fecero intendere che il bene nei miei confronti sarebbe rimasto immutato e che questo non avrebbe pregiudicato nulla. Mio padre, invece, per i primi giorni fece finta che non esistessi, ma avevo compreso che le sue intenzioni non erano malvagie e che aveva solo bisogno di tempo. Il giorno della partenza verso Milano, si avvicinò e mi diede il suo solito buffetto sulla guancia. Capii allora che sarebbe andato tutto a posto.
Prima di riaprire la porta del mio appartamento, sospirai. Si ricomincia.
Le lezioni ripresero a ritmo serratissimo, quindi i miei momenti di svago si ridussero all’osso: tutto il mio tempo era occupato da preparazioni di lezioni, correzioni di compiti in classe, predisposizione di piani didattici e interrogazioni serrate in chiusura del primo quadrimestre. Mi sentivo prosciugato, ma sereno. Le vacanze di Natale avevano avuto un effetto ristoratore sul mio fisico e sulla mia psiche.
Dopo aver passato due settimane recluso in casa, se non per andare a scuola o prendere qualcosa al volo dal supermercato di fronte giusto per evitare di morire di inedia, il sole luminoso della domenica mattina mi invitò a fare due passi per le vie della città. Non presi nessuna metro, decisi di macinare chilometri di ...
... strada camminando. Indossai le cuffie, accesi la musica e mi lasciai andare al fluire dei pensieri.
Percorsi tutte le strade e i punti di interesse del centro città, affacciandomi di tanto in tanto alle vetrine dei negozi. Ad un certo punto, nel camminare, persi completamente l’orientamento, ma non me ne curai. Prima o poi avrei trovato un cartello della metro e da lì sarei tornato verso casa.
All’improvviso arrestai il mio cammino. Ebbi la sensazione di trovarmi nei pressi di un luogo familiare, che risvegliò qualcosa nella mia mente. Sollevai lo sguardo da terra e mi guardai attorno.
Il mio cuore perse un battito e maledissi le mie gambe che mi avevano condotto fin lì senza consultare il mio cervello: ero nella strada di casa di Danilo.
A 150 metri più avanti, mi si parò davanti agli occhi una scena a cui non avrei mai voluto assistere nella mia vita. Riconosciute le due persone, mi affrettai a nascondermi dietro un’auto a pochi passi da me.
Danilo stava accompagnando Vanessa verso quella che doveva essere presumibilmente l’auto della ragazza. Le loro espressioni furono per me indecifrabili. I due si fermarono davanti al portello, poi lei si girò e Danilo allargò le braccia, mentre le pronunciava qualcosa che non riuscii a udire. Vanessa si accomodò tra le sue braccia e lui le carezzò dolcemente i capelli. Poi le scoccò un bacio sulla guancia e si allontanò, osservandola mentre prendeva posto in auto. Quando la macchina si avviò, Danilo levò una mano in segno ...