1. La Cagna cap. 2


    Data: 07/04/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... Ugo dovette levarle la mano dalla fica, ormai bagnata, e portargliela sulla bocca soffocando i suoi gemiti. Lei prese le dita in bocca e succhiò i suoi umori. – Risparmia i tuoi gemiti – le disse all’orecchio e poi scrollandola un po’ la mise in piedi. La lasciò ritornando sul vano e dicendo ad alta voce – stupenda questa camicetta, la prendiamo e prendiamo anche quella gonna. – Presero un paio di camicette ed un paio di gonne, una giacca ed un vestito che indossò subito. Al reparto calzature presero delle scarpe con il tacco. Nessuna esagerazione, ma molto di più di quello che lei indossava solitamente. Marta era sempre malferma sulle gambe non era abituata ai tacchi, uscì dal camerino sbandando e barcollando. Il Padrone la prese per un gomito e la condusse fuori. Presero ancora autoreggenti, giarrettiere, guepiere, corsetti, reggicalze e poi molta biancheria intima, elegante ed eccitante. Marta non aveva mai indossato niente del genere, si sentiva inebriata, ubriaca. Non aveva mai sentito quei tessuti fini e gentili sulla sua pelle, era in estasi. Ugo pagò ed uscirono. La schiava portava tutti le buste ed i pacchetti e camminava ondeggiando sui tacchi dietro al Padrone, ma ora che erano fuori dal negozio si sentiva meglio. Comprarono altre scarpe alcune comode ed altre con il tacco più alto di quelle appena comprate. Marta era estremamente imbarazzata, ma anche eccitata e lusingata, non osava fiatare.
    
    – Ora che ti ho sistemato per tutti i giorni e per le situazioni ...
    ... particolari andiamo a comprare qualcosa per le occasioni speciali. Girarono in una viuzza del centro e si fermarono davanti ad un portoncino. Ugo suonò, l’apertura scattò ed entrarono.
    
    Li accolse una donna di età indefinita, poteva avere cinquanta anni, ma anche sessanta e forse di più, ma li portava bene ed era una gran dama. Aveva un’aria molto severa ed ancora più severamente era vestita. I capelli neri raccolti a crocchia sul capo, un’acconciatura molto elaborata. Indossava un vestito grigio scuro lungo fino ai piedi con un’infinità di bottoncini che partivano da sotto il colletto e finivano ai piedi e le maniche lunghe fino ai polsi. Era alta e ritta come un fuso, magra e il seno, sotto il severo vestito, sembrava piatto. Era pesantemente truccata e con lo sguardo freddo. Era la proprietaria del negozio, creatrice di molti dei capi che si vendevano in quel negozio, altri erano prodotti e confezionati altrove e lei si limitava a rivenderli. Per lei lavoravano un paio di commesse e qualche artigiano, tutte femmine e tutte schiave, che sfaccendavano sul retro tagliando, cucendo e trattando stoffe e cuoio. Non erano sue schiave, solo una lo era, le altre erano schiave di padroni e padrone che avevano sistemato le loro proprietà presso la Miss per assicurare loro un reddito e tenerle perennemente sotto controllo. – Buongiorno Master, è tanto tempo che non ci vediamo – lo salutò la Miss, – mi ha portato una nuova schiava? – – Sì, Miss Kristine, ho bisogno dei suoi servizi per ...
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