1. La sfida – Capitolo 3


    Data: 02/04/2024, Categorie: Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... il volto.
    
    Al diavolo, ad un certo punto, spinto dal testosterone che mi stava facendo impazzire, posai la forchetta, mi protesi verso di lei, e la baciai in un angolo della bocca dove era rimasta una goccia di sugo di pomodoro. Tania rimase basita per un istante mentre le succhiavo il labbro inferiore e pochi attimi dopo il polpastrello del mio pollice si appoggiava sulla sua bocca e l’accarezzava, quasi sfiorandola. Era una tecnica che usavo spesso con le ragazze con cui riuscivo ad entrare in sintonia e che volevo scoparmi in breve tempo, e aveva un’alta probabilità di funzionare: lo trovavano eccitante, e sembrava che solo un cazzo in qualche loro orifizio con spruzzata abbondante di seme potesse curare il loro improvviso parossismo sessuale.
    
    Lei sembrò godere del mio bacio, di quel momento che sembrava sfuggire dalla trama di eccitazioni che aveva preparato per sedurmi, chiudendo gli occhi e lasciando scivolare perfino dalla mia gamba la mano che accarezzava il mio inguine. Le sue labbra si socchiusero ed il mio pollice scivolò appena all’interno, aumentando la sua eccitazione. La mia lingua lo seguì poco dopo, esplorando lo spazio tra l’arcata superiore ed il labbro che non avevo ancora cominciato a baciare.
    
    Andai avanti così per quasi un minuto, approfittando dell’esperienza maturata su altre fanciulle che avevano poi ricompensato quegli attimi di semi-incoscienza erotica accettando dentro, o su di loro, il mio sperma. I quattro altri avventori nella sala ...
    ... preferirono distogliere lo sguardo, mentre Pamela sogghignava osservando lo spettacolo. Decisi di smettere quando notai che la mano di Tania aveva abbandonato la forchetta sulla tovaglia, inzaccherandola di sugo e con un maccherone che rotolò per qualche centimetro lasciando un segno rosso del suo passaggio, e si abbassò lentamente, quasi inconsapevole sull’inguine della ragazza: due dita si mossero pesantemente sul tessuto che custodiva il suo bocciolo di rosa, ormai completamente imperlato di gocce di desiderio. Evidentemente i jeans rossi che indossava erano troppo spessi per darle piacere così, perché la mano scivolò poi fino al bordo e scesero nelle sue mutandine.
    
    Era tempo di passare alla bordata finale. Suggetti lentamente le sue labbra mentre mi staccavo da lei, la fissai rapito, deluso di dover terminare qualcosa di così delizioso e divino, e le sussurrai in un orecchio, dopo avervi alitato un sospiro di profonda delusione e dolore: – Perdonami, non avrei dovuto.
    
    Tania apparve quasi confusa da quel mio ripensamento, come se si fosse aspettata che avrei proseguito per altre ore in quel bacio che l’aveva come tramortita. Sbattè un paio di volte le palpebre, come se si fosse appena svegliata, poi mi fissò. Mi afferrò per una mano e si alzò, quasi trascinandomi giù dalla sedia.
    
    Farfugliò qualcosa mentre abbandonavamo il nostro tavolo e ci avvicinavamo alla sua amica, in un angolo della sala, già sorridente, come se (e di certo lo era) fosse stata consapevole di ...
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