La sfida – Capitolo 3
Data: 02/04/2024,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
All’orario pattuito mi trovavo davanti al “Da Pamela”, un ristorante aperto da poco e che dava su una strada poco trafficata, oltre la quale si estendeva un parchetto comunale. Un bel posto dove passare un’ora tranquilla prima di tornare al lavoro. Tania mi aveva preceduto di qualche minuto e mi stava aspettando all’interno del locale, piccolo ma ben curato. Mi si avvicinò e mi diede un bacio sulle guance alzandosi in punta di piedi. Era davvero una bella ragazza, e sorse di nuovo nella mia mente la domanda se dovessi scegliere lei al posto di Federica. Erano entrambe meravigliose, forse Federica era un po’ più il mio tipo, e poi sapeva fare delle seghe incredibili, per non parlare di quella specie di pompino che mi aveva fatto il pomeriggio precedente.
Ma, chissà, magari Tania era psicologicamente più adatta a me.
La ragazza volle presentarmi Pamela, la tipa dell’insegna, una rossa piuttosto robusta che aveva finito qualche anno prima le scuole alberghiere, passato qualche tempo a fare pratica in altri ristoranti e poi aveva avuto l’idea di aprirne uno suo. – Siamo amiche dai tempi delle elementari. – mi confidò Tania, quando ci sedemmo al nostro tavolo. – Uscivamo insieme la sera alla ricerca di uomini e poi li portavamo qui per scoparceli. – aggiunse, con un occhiolino.
Capii in pochi minuti quale dovesse essere la conclusione del pranzo, e per quale motivo fossimo in quel ristorante in particolare. Tania si sedette accanto a me e quando la sua amica ci portò un ...
... paio di piatti di pasta con una spolverata di peperoncino, come ci tenne Pamela ad assicurarci, anche lei con un occhiolino, posò la mano sinistra sul mio inguine e cominciò ad accarezzarlo mentre con la destra usava disinvolta la forchetta.
Fu un pranzo strano: Tania parlava poco, soprattutto sorrideva ammiccando, e spesso la sua mano scivolava tra le mie cosce sfiorando più o meno marcatamente il mio cazzo o almeno la sua cappella, ormai talmente inturgidita da rendere fastidioso il tessuto delle mutande. Provai un paio di volte a dare inizio a qualche discorso, ma l’unico uso che Tania sembrava fare della sua bocca era introdurvi maccheroni nel modo più sensuale possibile e quando, e sono certo lo facesse apposta, un po’ di sugo le colava dalle labbra, con il pollice se lo riportava in bocca, guardandomi con le labbra semiaperte, come se volesse sedurmi. Cosa che, va detto a suo onore, le riuscì alla perfezione.
Ormai, sotto l’azione della sua mano, stavo per liberare una potente sborrata nelle mutande, la mente obnubilata dal desiderio di lei, non avevo più interesse per il cibo. Non ci fosse stato nessun altro nel locale, avrei abbassato la zip dei jeans, l’avrei tirato fuori e le avrei chiesto di spararmi una sega o, anzi, la sega me la sarei fatta da solo, per poi pisciare sperma sui maccheroni di Tania: sarebbe stato eccitantissimo vederla mangiarli, con il sugo ed il seme che le colava dagli angoli della bocca, sempre con il suo sguardo ammaliatore a illuminarle ...