1. Qualcosa che non ti aspetti - 1


    Data: 14/03/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... quanto era successo, della portata devastante della sua azione.
    
    Fino a che punto ci si può giustificare, ci si può nascondere dietro l’impossibilità di resistere ad una pulsione sessuale che offusca la mente? Davanti a lui c’era l’amico fraterno, la cui vita era già messa in croce da uno scherzo crudele della natura e che lui aveva violentato due volte… prima, costringendolo a svelarsi, poi… Dio, cosa ho fatto! Nudo, com’era, Renzo crollò in ginocchio accanto al letto, prese la mano abbandonata dell’amico e:
    
    “Perdonami…”, mormorò.
    
    Mimmo non rispose, forse non lo sentì neanche.
    
    “Mimmo… - riprese Renzo, sempre stringendogli la mano e quasi portandosela alle labbra – Mimmo, ti prego… sono stato un farabutto, lo so… ma guardami, per favore, guardami almeno…”
    
    E finalmente, Mimmo lo sentì e volse la testa verso di lui, fissandolo negli occhi.
    
    Renzo si sentì sprofondare nel vuoto di quello sguardo.
    
    “Sono stato un farabutto… - riprese il giovane – ti ho fatto più male io in un attimo, che tutti gli altri nella tua vita. Non ho scusanti e non ne cerco: hai tutto il diritto di odiarmi… di disprezzarmi… Ma credimi… credimi, per favore: mi ha preso alla testa, non ho saputo resistere… non ho capito neanche cosa stava succedendo, finché non è finito. Mi dispiace… vorrei morire qui, adesso…”
    
    “E servirebbe a qualcosa?”, mormorò Mimmo, nei cui occhi stava tornando la luce.
    
    “A te, forse, no, ma a me sì… mi sento così in colpa…”, e scoppiò a piangere ...
    ... disperatamente, premendosi sulle labbra la mano dell’amico.
    
    “Basta, Renzo… basta… è successo, non possiamo farci più niente né tu, né io…”, disse Mimmo e si tirò a sedere sulla sponda del letto.
    
    “Basta, adesso…”, ripeté, poggiandogli una mano sui capelli e carezzandoglieli con una dolcezza, che né lui sapeva di avere, né l’altro avrebbe meritato.
    
    Ma pur nel suo orrore, quella violenza aveva innestato come un processo di cambiamento dentro di lui; d’un tratto, non si sentì più una mostruosità; si rese conto di avere un corpo… un corpo che non era solo un involucro davanti allo specchio… un corpo che esigeva attenzioni… e per un attimo gli erano state date, sia pure in quel modo maldestro. Provò un brivido subitaneo al ricordo del sesso di Renzo che si muoveva dentro di lui. Il suo errore era stato desiderare, rimpiangere qualcosa che non poteva avere… ma questo non significava rinunciare al piacere… rinunciare alla vita… non più. E lo doveva a lui, a questo farabutto, che ora implorava il suo perdono… Si sentì un nodo alla gola, che quasi gli impedì di respirare.
    
    “Basta, ti prego… - disse con voce malferma, appena riuscì a riprendere fiato – non ho niente da perdonarti… E’ andata come doveva andare e forse c’è il suo perché.”
    
    Renzo sollevò la testa: il sorriso era tornato a risplendere sul suo bel volto devastato dalle lacrime.
    
    “Non vuoi che mi butti dal balcone, allora?”, scherzò, per allentare la tensione che ancora stagnava fra loro.
    
    “Ma no… - rispose Mimmo – Non ...
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