Diario di maria - come sono diventata?
Data: 12/03/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: forrestsherman, Fonte: Annunci69
... far muovere le coperte che illuminate dal bagliore dello schermo, avrebbero tradito movimenti più repentini.
Io mi stavo eccitando.
Due maschi mi stavano toccando. Due ragazzi che mi piacevano. Nella mia testa il pericolo di essere scoperta, l’eccitazione, l’avventura, stavano creando un mix esplosivo…
Quando la mano di Paolo sfiorò l’elastico delle mie mutandine, ebbi un sussulto. Con la scusa di cambiare posizione, allontanai le loro mani da me in un secondo di lucidità.
Tornarono in meno di un secondo.
La mano destra di Paolo era ormai fissa nel mio interno coscia e ad ogni passaggio si avvicinava sempre di più alle mutandine, sostando nei pressi delle mie zone più intime per periodi sempre più prolungati.
Andrea invece aveva il braccio sinistro steso lungo il corpo e mi accarezzava il polso e la mano, tenendola impegnata. Con la destra era sotto la mia felpa e giocava con il ferretto del mio reggiseno, sforando la parte bassa del mio seno.
Respiravo sempre più affannosamente. Ero persa ormai…
Ero rassegnata ad essere scoperta: prima o poi tutto sarebbe finito in una furiosa litigata ed avrei perso due amici. Lo sapevo, ne ero consapevole. Allo stesso tempo però avevo perso i freni inibitori, non volevo smettere di ricevere tutte quelle attenzioni. Ero al centro del mondo ed avevo due uomini concentrati su di me.
Entrambi sentivano i miei sospiri e si sentivano la causa unica del mio eccitamento, quindi pensavano di essere autorizzati a ...
... continuare. Ad un certo punto Andrea, che aveva le sue dita intrecciate alle mie, spostò la mia mano sul suo corpo e la posò all’altezza del suo cazzo. Lo sentivo durissimo sotto la sottile stoffa delle mutande. Ero paralizzata, volevo scappare, ma qualcosa dentro di me mi impediva di sottrarmi a quel contatto.
Iniziai a toccarlo, passando le dita su tutta la sua lunghezza: sentivo il calore attraverso la stoffa, lo sentivo pulsare. Visto che non avevo ritratto la mano e anzi la muovevo di mia iniziativa, lui si sentì autorizzato ad andare oltre la barriera del mio reggiseno. Lo sollevò delicatamente dalla parte bassa ed iniziò ad accarezzarmi con movimenti circolari il seno destro, quello a lui più vicino.
Nel frattempo Paolo mi accarezzava le mutandine. Non so se ne fu sorpreso, ma quando arrivò a toccarle all’altezza delle labbra, le trovò certamente molto bagnate. Continuava a sfregarle con sempre maggior vigore fino a che non accadde.
Le mani dei miei due uomini si incontrarono proprio sopra le mie mutandine. Inizialmente pensarono che l’altra mano fosse la mia, ma presto si accorsero che il numero di mani sotto le coperte non tornava affatto.
Ci fu un momento che mi parve eterno in cui tutto si fermò. Avrebbe potuto accadere di tutto. Ero pronta alle urla e ai litigi.
Invece non accadde nulla di tutto questo. Paolo si alzò a sedere, mi guardò e disse:
“Vuoi che me ne vada?”
Il suo sguardo era quello del cane ferito, consapevole di aver perso una battaglia e ...