Diario di maria - come sono diventata?
Data: 12/03/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: forrestsherman, Fonte: Annunci69
... che mi avvolgevano le spalle, ai loro pettorali che trasmettevano alla mia pelle il ritmo del loro respiro e delle loro emozioni.
Con gli occhi chiusi, ero di nuovo là.
Sentivo il cazzo di Andrea, che a riposo dopo la fatica, si appoggiava morbido sulla mia gamba, mentre Paolo mi dava dei leggeri baci sul collo e mi sussurrava che mi amava. Dio, perché doveva essere così dannatamente bello?!
Con una mano insaponavo un seno e mi accarezzavo il capezzolo turgido, con l’altra mi stavo sfregando le grandi labbra, sempre più gonfie e stavo per arrivare all’orgasmo, ma fui interrotta di soprassalto dal suono del campanello.
Chi mai poteva essere alle otto di sera? Mia sorella no, era all’università a Milano e poi aveva le chiavi. Forse era una delle zie che sapeva che sarei tornata stasera. Uscii dalla doccia e mi infilai un accappatoio.
Non trovavo le ciabatte, maledetta disordinata, così mi asciugai in fretta i piedi e corsi scalza lungo il corridoio verso la porta. Sovra pensiero aprii senza chiedere chi fosse e mi trovai di fronte Andrea.
Davvero non ero pronta per questo. Lo stomaco mi si chiuse, mi mancò il respiro. Continuavo a fissarlo imbambolata e non sapevo cosa dire…
“Ti disturbo? Posso entrare solo un secondo? Ti devo parlare” disse.
“Ok, entra, sono a casa da sola” Risposi.
Vestita solo dell’accappatoio e con i capelli bagnati, lo accompagnai in soggiorno e lui si sedette sul divano. Gli offrii qualcosa da bere e poi gli dissi che mi sarei ...
... andata a vestire, ma lui non volle sentir ragioni. Non poteva aspettare oltre, doveva parlarmi subito.
Mi sedetti accanto a lui sul divano, coprendomi il più possibile, ma il corto accappatoio lasciava scoperto un po’ troppo il mio corpo bagnato. I capelli mi gocciolavano sulle spalle, ma non avevo freddo. A dire il vero non sentivo nulla in quel momento, ero completamente persa nell’emozione di avere Andrea di nuovo a fianco, soli.
Lui mi guardo fisso negli occhi, tanto che sostenere quello sguardo mi fu difficilissimo. Credevo mi stesse leggendo nell’anima.
“Cara io ti amo. Questi ultimi tre giorni di gita, senza poter parlare con te di quel che è successo, mi hanno ucciso.” Mi disse.
Io lo guardavo, ma non trovavo alcuna parola con cui rispondere. Avevo lo stomaco sottosopra e il cuore mi rimbalzava nel petto.
“Quello che è successo l’altra sera… Non era previsto, non era logico, non era… Non so cos’era, ma è stato bellissimo. Ho visto come mi guardavi, ho visto come mi toccavi. Anche tu provi qualcosa per me non è vero?”
“Si.” Riuscii a dire con un filo di voce.
“E Paolo? Ti piace anche lui o era solo sesso?”
“Mi piace. Mi piaci tu. Non lo so. Non so niente in questo momento, sono solo confusa…” Mentre dicevo queste parole avevo le lacrime che mi rigavano le guance mischiandosi all’acqua della doccia. Lui mi abbraccio e mi baciò su una guancia.
“Non preoccuparti” mi disse “Va tutto bene.”
“No, non va bene. Come posso amare due ragazzi? Come ...