Capricci e follie
Data: 08/03/2024,
Categorie:
Tradimenti
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... consentiva la tenuta scenica, urlando verso di me, allungando le braccia; nemmeno una vaga traccia di erezione appariva dal mio pantalone; la nausea mi soffocava; tornai a pensare a Ines e all’amore con sesso che le avrei dedicato da qual momento; quando Elvira si fece montare alla missionaria, ammirai il bastone enorme che le sfondava il ventre, sentii il dolore, vero, che provava la puttana e il piacere infinito successivo.
Ma non mi fece né caldo né freddo, neppure quando la fece girare, la mise a novanta gradi e le infilò la mazza fino a che i testicoli, grossi come albicocche, batterono sulla figa; urlò ancora, prima di scatenarsi nel piacere; ma non mi fecero né caldo né freddo né gli urli di dolore né quelli di piacere; la sbatté come un tappetino per un tempo infinito e lei ogni volta tornava ad ingoiare quanto più poteva la mazza in gola.
Venne il turno del culo, che il mandingo preparò con una lunghissima leccata; usò poi un gel assai efficace e le infilò in culo fino a quattro dita; temetti che facesse entrare tutta la mano e la devastasse; ma era cedevole e godeva; la mazza entrò nel retto senza esitazione, nonostante la violenza dell’inculata; diede il via ad una monta che a me apparve disumana ma per Elvira risultava di una dolcezza infinita, a giudicare dagli incitamenti che rivolgeva al mandingo, di sfondarla ancora.
Mi trovai a riflettere che quell’essere che si faceva straziare in tutti i buchi, in tutto il corpo, era la donna che viveva con me ...
... e che pretendeva, addirittura, di parlarmi d’amore; ormai ero cauterizzato ad ogni emozione e cacciai il pensiero triste; non riuscivo neppure ad eccitarmi; mi accorsi che lei, in un intervallo tra un’inculata e una scopata, mi fece segno con la mano di masturbarmi; le mostrai la patta liscia, senza emozione; per un attimo sembrò pentirsi di avere esagerato; riprese imperterrita.
Eravamo entrati nel teatro di posa alle dieci circa; all’una stavano ancora scopando e il nero non dava segno di cedimento; Elvira era malconcia, ma la sua tigna la teneva sul posto imperterrita; il regista, anche per i tempi sforati, dovette ordinare al nero di concludere; le chiese dove volesse la sborra, lei indicò il volto e dopo qualche secondo una pioggia di crema bianca le inondò viso, occhi, bocca, gote, fino ai capelli; lei si rilassò sorridendo felice; mi avviai all’auto.
Dovetti aspettare ancora una mezzora mentre lei si lavava la sborra dal corpo; poi la vidi arrivare che si trascinava perché aveva forzato tutti i muscoli; per evitare di ascoltarla, avevo già scelto una stazione radio con musica hard rock; accesi lo stereo appena entrò e misi il volume al massimo; accennò a toccare la manopola; le artigliai il braccio con violenza e con uno sguardo le imposi di stare ferma; si sedette in silenzio; colse un momento di intervallo per mormorare.
“E’ stata solo una bella scopata.”
Non la degnai di una sola sillaba per tutto il percorso fino al bar; appena parcheggiai davanti ...