Bisogno Incontrollato.
Data: 05/03/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Racconti Erotici,
Trans
Autore: Adele, Fonte: RaccontiMilu
... chiedendomi come mi chiamo. Dall’accento e dal tono di voce comprendo che è brasiliana. Mi assale subito il dubbio che sia una trans, e se dovesse essere vero, sarebbe il giusto corollario per completare la giornata. Dopo qualche chiacchiera, e aver divorato lei la sua carbonara e io uno stufato di chianina davvero sorprendente, mezzo litro di vino rosso, le ho fatto confessare di non essere, come avevo già intuito, una ragazza, almeno non biologicamente parlando. Mi ha raccontato un po’ la sua storia, viene quasi tutti i giorni qui a mangiare, per qualche tempo ha anche fatto la cameriera, ma “con quell’altro lavoro guadagno troppo bene”. La osservo, è un misto di femminilità esagerata, e atteggiamenti un po’ maschili che ogni tanto fanno capolino. Mi offro di accompagnarla al suo appartamento, dove mi ha detto riceve i clienti. Quando usciamo sento gli sguardi dei camionisti, tengo gli occhi bassi, sculetto senza ritegno. Abita in centro, guido la Smart senza pensare,la mente è imbambolata, la fica mi pulsa, spero di non aver inzuppato anche il sedile, quando stiamo per arrivare le chiedo se va anche con le donne. Mi dice di stare tranquilla, fino a stasera non riceve, avremo tutto il pomeriggio solo per noi due. Livia vive in una specie di bilocale con bagno mezzo mansardato, in una casa ristrutturata del centro storico. L’ambiente è caldo e accogliente, le chiedo se mi posso fare una doccia, mi sorride e dopo aver cercato in una cassapanca mi porge un accappatoio, una ...
... maglietta e un paio di pantaloncini lunghi di cotone, così starò comoda , mi dice. Il bagno odora di fresco e di pulito, mi lavo con l’acqua tiepida, dopo essermi spogliata, ripiego il vestito e la giacca, nonostante queste operazioni la mia voglia non si placa, sento l’eccitazione che aumenta, faccio scorrere il getto della doccia dentro alla vagina, un fremito di piacere mi sconquassa l’intestino. Quando torno nel salottino, lei si è cambiata, indossa una lunga maglietta da basket di cotone, le arriva fino alle ginocchia, è scalza, sotto è tutta nuda. Ha preparato una specie di tisana, va corretta con un liquore brasiliano, me lo dice con uno sguardo malizioso, ci siamo sedute sul divano, sorseggio lentamente da una tazza bianca decorata con dei pallini rossi. Lei beve rapida, e poi mi osserva, finisco anche io, ci prendiamo le misure con lo sguardo. Istintivamente le infilo una mano sotto, salgo su per le cosce lisce, e trovo il suo arnese maschile, è già duro, grosso quasi quanto quello dei nigeriani. In un lampo sono nuda, le strappo via quella strana maglietta la sdraio sul divano e le salgo sopra, mi infilzo quella carne nella vagina, e inizio la più lunga e selvaggia cavalcata della mia vita. Siamo state aggrovigliate per più di due ore, non è mai venuta e le è sempre rimasto duro. Alla fine mi ha detto di toccarmi, e mentre lo facevo si è segata, sempre più velocemente, lo stesso ritmo che ho applicato al mio sfregare, siamo venute quasi nello stesso istante. Ho gridato ...