Bisogno Incontrollato.
Data: 05/03/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Racconti Erotici,
Trans
Autore: Adele, Fonte: RaccontiMilu
... calze fa capolino, quello che stava sulla bici si va a sedere anche lui sulla panchina, non vuole di certo perdersi lo spettacolo, che improvviso è apparso in una noiosa mattinata autunnale. Controllo le nonne, nessuna ha fatto caso al mio arrivo, continuano a chiacchierare, a richiamare a gran voce i nipotini più esagitati. I tre ora parlottano tra di loro, di soppiatto alzo gli occhi per controllare quello che fanno, sento i loro sguardi fissi , ogni tanto cambio la gamba accavallata, probabilmente si vede la fine degli autoreggenti, resto per qualche istante con le cosce divaricate, hanno di certo visto le mutande trasparenti, lo spacco della fica seminascosto sotto al tubino nero. Alzo gli occhi dal libro, tutti e tre mi stanno fissando, per un attimo stanno in silenzio, accenno un leggero sorriso, e fingo di rituffarmi nella lettura. Li sento di nuovo confabulare, poi quello che stava sulla bici si rialza, e con passo un po’ indeciso si viene a sedere sulla mia panchina. Ci guardiamo e mi sorride, mi chiede cosa sto leggendo, gli dico nulla, è un manuale. Si sta bene qui al sole, non ti abbiamo mai vista, sei di queste parti? Dico no, passavo e vi ho visti, pensavo avremmo potuto fare qualcosa insieme…… Certo potremmo, però ci dovrai pagare, vogliamo cento cinquanta euro per tutti e tre, come lo vuoi fare? Vi voglio uno alla volta, sapete dove possiamo andare? Seguici, c’è un posto qui dietro dove vanno a scopare le puttane alla sera. Si alza e fa un cenno agli altri ...
... due, che si incamminano verso la fine del giardino, dove finisce la lunga fila dei palazzoni, e inizia quella che sembrerebbe un area industriale in disuso. Li seguo ad una ventina di metri, il cuore mi batte all’impazzata, sento la vagina che mi gronda, mi sono bagnata anche giù lungo le cosce, ho la pelle appiccicosa che sfrega, mi giro, nessuno ci sta guardando, con un gesto rapido mi sfilo il perizoma, è tutto sporco di liquido biancastro. Mentre continuo a seguirli lo annuso, lecco la chiazza chiara, poi lo ripongo in una tasca della giacca. Intanto in un apertura della recinzione , inizia un viottolo in mezzo agli arbusti, lo percorriamo per qualche decina di metri, e ci ritroviamo in uno spiazzo, dove appare una costruzione mezza diroccata, una vecchia cabina dell’alta tensione. Entriamo, e l’ambiente è sordido quanto basta, una branda di ferro è disposta su di un lato, con sopra un materasso arrotolato. Su di una specie di mensola ci sono due o tre flaconi di salviette umidificate e gel disinfettante per le mani. Quelle che ci vengono a scopare sono tutto sommato abbastanza civilizzate, uno dei tre srotola il materasso, dentro al quale compare un grosso telo bianco, di cotone, sembra abbastanza pulito. Quello della bicicletta mi dice che sono loro a gestire questo posto, le puttane sono tutte nigeriane, pagano cinque euro ogni volta, loro tengono pulito e garantiscono la protezione. Vogliono i soldi e li pago, poi mi sdraio sul materasso e spalanco le gambe, tiro su il ...