Non dirmi di no
Data: 25/08/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... non m’accorsi che il bestione aveva finito prima del previsto non lasciandomi perciò il tempo d’elaborare un piano d’attacco. La fatalità tuttavia mi offrì l’arma vincente, in quanto uscendo mi consegnò un tubetto di vaselina raccomandandomi d’ungere bene la zona per le prime ventiquattro ore. Afferrai l’unguento con il sorriso trionfante di chi ha appena ricevuto il premio Nobel e trascinai Valentina a casa mia dove avrebbe trascorso la notte, promettendole tante coccole per ricompensarla del coraggio dimostrato, però ben presto i bacini e le tenerezze lasciarono il posto a carezze meno idilliache e romantiche.
Meno di un’ora dopo Valentina era creta tra le mie mani. La sua stupenda nudità spiccava sulle lenzuola, sdraiata a pancia in giù per offrire alla mia vista la sua prova d’amore. Il tatuaggio era una piccola opera arte, iniziai a massaggiarlo con la vaselina seguendo i contorni di quelle cifre vergate in una grafia elegante, ben presto il suo corpo assecondò i movimenti della mia mano alzando e abbassando il bacino, mentre con l’altra le solleticavo un capezzolo molto sensibile. Il suo movimento divenne sempre più convulso e non s’oppose quando il mio dito scivolò tra i glutei in una scia lucida di crema fino ad arrivare al confine di quella verginità, che lei non aveva mai pensato di perdere. Confine che io oltrepassai con il pollice premendo lievemente e soffocando le immediate proteste di Valentina con un bacio profondo. Se le avessi concesso la possibilità di ...
... parlare, sarebbe stata una battaglia molto lunga, mentre io eccitato com’ero volevo possederla subito. Lei non parlò, ma ingaggiammo una muta battaglia con i nostri corpi, le mie dita dentro di lei non le davano possibilità di sfuggirmi, io non accettavo rifiuti, mentre lei cercava senza troppa convinzione di sottrarsi.
In quella circostanza dimenticai la democrazia, le scivolai sopra imprigionandola sotto il mio peso, conducendola in ultimo con le parole oltre quel limite che diceva di non essere pronta a oltrepassare. Con frasi suadenti le descrissi che cosa le avrei fatto, di come sarei scivolato in lei, le promisi che non avrebbe sentito male e che le sarebbe piaciuto, mentre la mia eccitazione già premeva contro la sua carne, le mie mani che si muovevano dentro e fuori di lei per farla cedere con il piacere. Al limite della sopportazione mi sollevai un poco sopra di lei e la penetrai lentamente, attento a non farle del male prima che cambiasse idea, privandomi del potere crescente che andavo acquistando su di lei. Come pensavo, sotto quell’assalto imprevisto s’irrigidì, io mi fermai già a metà dentro di lei. Iniziai a carezzarle il clitoride per farla godere, appena la sentii perdersi e rilassarsi entrai completamente accolto da un gemito. Dolore o piacere? Io godevo troppo per darmi una risposta, con sapienza infilai due dita nella sua fica bagnata mostrandole quanto era sottile la barriera che divideva i due piaceri, spingendomi sempre di più dentro di lei la portai ...