Non dirmi di no
Data: 25/08/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... iniziato alle gioie del sesso, ma senza che si lasciasse pienamente andare. Io mi ero preparato accuratamente per quel momento, dribblando una serie infinita di no, però alla fine non aveva saputo resistermi e quella fine settimana m’avrebbe concesso la sua verginità. Valentina era il mio monte Everest, io sarei arrivato alla vetta nonostante le sue resistenze. Detto, fatto. Come avevo previsto, dopo quella notte, Valentina fu in mio potere, scoprendo il sesso mentre lasciava dietro di sé l’educazione austera, distaccata e inflessibile, apprezzando ed elogiando il piacere che le davo e che le insegnavo a darmi, così avevo scoperto il suo punto debole.
La mia amata, invero, essendo abituata a regole irremovibili si lasciava conquistare da tutto ciò che era superfluo. Per esempio, regalarle una rosa la rendeva felice, ma se dopo poco ripetevo il gesto Valentina andava in estasi, così come a letto se m’attardavo più del dovuto con dei preliminari lunghissimi, perdeva del tutto la testa diventando la più ardente e focosa delle amanti. La sua passione sopperì ben presto all’inesperienza e la mia Valentina divenne un’amante eccezionale, perché infrangere i suoi no era più piacevole d’insegnarle nuovi giochi. E quando mi domandava come mai io volessi sempre spingermi oltre, io le rispondevo con la semplice verità. Io volevo conquistarla completamente e per dimostrare quanto vera fosse quella mia affermazione le chiesi una prova d’amore e lei rispose con il suo immediato secco e ...
... solito no. La discussione però già prevista, iniziò che eravamo già fra le lenzuola e il suo rifiuto fu polverizzato in pochi minuti. Il giorno dopo ricevetti il mio premio. Un tatuaggio, poiché era questa la mia richiesta. Volevo le mie iniziali sulla sua pelle, volevo marchiarla fuori come la stavo marchiando dentro e lei seppur titubante ubbidì. L’uomo che ci fece accomodare nel suo studio somigliava più a un motociclista che a un professionista dei tatuaggi, pensai, mentre lo stesso pomeriggio l’osservavo sdraiata sul quel lettino che ben poco aveva di asettico. Quando vidi le rozze manacce del bestione abbassare anche se di poco i jeans e gli slip di pizzo color nero di Valentina, fui assalito da un impulso omicida, però ben presto sostituito da un altro impulso ancor meno nobile.
In quel preciso istante mi sentii raggiante, non tanto perché ancora una volta avevo vinto, ma perché la mia prossima sfida e la mia prossima tappa della mia scalata al monte Everest era decisa. I glutei sodi di Valentina si contraevano di poco, ma in maniera costante, anche se lei giurava di non sentire dolore io fui colto da un desiderio alienato e incosciente. Se soltanto l’animale ci avesse lasciato da soli, avrei approfittato di lei immediatamente, perché sognavo con gli occhi aperti di sfilarle i vestiti per godere di quella sessualità che di certo non aveva pensato d’offrire a nessuno, ma che io avevo raccolto da quasi tutte le mie compagne. Perso com’ero nelle mie fantasie erotiche ...