Il casale
Data: 25/02/2024,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Tradimenti
Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu
... termine quella fantasia.
Si mise in piedi e mi parve più in forze. Mi fece un cenno con la testa e salì di nuovo sulla tavola mettendosi però prona. Di nuovo l’aiutai a scivolare nel buco e subito gemette ancora sentendosi penetrare da, immagino, proprio Mirko.
Ancora la vidi fremere, scuotersi e poi, di colpo, irrigidirsi:
– NO!… dietro no –
Capii al volo e battei con forza la mano sulla parete urlando:
– NON FARE LO STRONZO, TI HO DETTO IL CULO NO! –
Per un attimo fu silenzio totale, rotto dal sospiro di Claudia che mi sorrise e mi fece cenno con la testa per dirmi che l’uomo aveva desistito e la stava penetrando ancora nella vagina.
Non resistetti oltre, dovevo sfogarmi. Me lo tirai fuori presentandoglielo alle labbra e subito mi accolse succhiandomi con forza. Anche questa volta durai poco. Mi sentii come una mano che mi strizzava le viscere spremendomi fuori lo sperma che in schizzi densi le riversai in gola, ne vidi un rivolo uscire dalle labbra e poi… poi toccò a me appoggiarmi alla parete sentendomi girare la testa.
Il piacere era stato troppo forte, per l’uso delizioso che Claudia sapeva fare di labbra e lingua ma anche il pensiero che in quel preciso momento un altro uomo, un mio amico, la stava fottendo senza riguardo.
Quando toccò a Mario scoparla, l’aiutai reggendola per le spalle, carezzandole i seni che strusciavano sulla tavola. Ci fu anche il tempo per un secondo giro di Piero prima che lei dicesse basta, che non ce la faceva ...
... più.
L’aiutai a uscire dal buco e sedere sulla tavola e andai di là. In terra e sulla parete sotto il buco c’erano le tracce del piacere di Claudia. I miei amici si stavano risistemando ghignando l’un l’altro e dandosi pacche sulle spalle. Appena entrai, Piero mi venne incontro per stringermi la mano, imitato dagli altri.
– Grande Gianluca; la tua amica è fantastica; non pensavo di godere così tanto; quando vuole rifarlo sono più che pronto –
Parlavano insieme allegramente. Li feci uscire e mi accertai che salissero in auto e partissero, poi tornai da Claudia.
Era ancora seduta sulla tavola, si era tolta la maschera e mi guardava con occhi sfatti.
– Sono a pezzi –
Mi disse con voce stanca.
L’aiutai a alzarsi e l’avvolsi con un accappatoio. La presi in braccio per percorrere i pochi metri che separavano la rimessa dal casale, lei con la testa abbandonata sulla mia spalla.
La portai in bagno e la feci sedere mentre riempivo la vasca. Poi ve la adagiai.
Fece un sospiro di beatitudine immergendosi nell’acqua calda, la testa chinata indietro, gli occhi chiusi. La lavai con cura togliendole sudore e sporcizia. Mi fermò solo quando le lavai la micina:
– Faccio io, sono troppo sensibile ora –
Con attenzione, terminò le abluzioni. Il getto della doccia portò via i residui e le feci lanciare un urlo quando settai la temperatura a freddo. Sapevo che l’avrebbe tonificata e tolto parte della stanchezza. Mi guardò con aria di rimprovero, pensando a uno scherzo, ...