La ragazza troppo bella - Parte 14
Data: 24/02/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti
... ripensai. "Vieni qui..." gli dissi. Lui all'inizio non capi. Scostai la mia sedia dalla scrivania ed apri le gambe sorridendo in modo esplicito. Non se lo fece dire due volte. Si inginocchiò tra le mie gambe e senti una lingua enorme poggiarsi sul mio clitoride e cominciare leccarlo selvaggiamente. Sorrisi guardando la sua testa. Troppa foga... Avrebbe dovuto imparare. Non persi tempo. Mi alzai e mi sedetti sulla scrivania allargando le gambe. La gonna mi scese sui fianchi. Non portavo nulla sotto. Lui si sfilò maldestramente i pantaloni e cacciò fuori un cazzo simile a quello del figlio di mio amico Arthur. Quindi, enorme. Era già duro. Presi dal tavolo un flacone di lubrificante che una rappresentante mi aveva portato per la sua e spruzzai piu getti sulla mia figa che cominciò a colare. Mi penetrò senza fermarsi arrivando in fondo alla mia figa di colpo. Persi il respiro sentendomi invasa da un corpo straniero al mio corpo che spingeva sull'ultimo confine della mia figa. Era il genere di uomo che sapeva di avere un arnese fuori comune ed era convinto che bastasse per far godere una donna. Spingeva in me facendomi sentire la sua forza e riempiendomi straordinariamente la vagina che non ci mise molto a prenderlo nella morsa della goduria. La mia figa si strinse di piacere e la pelle rosa della mia figa usciva di ...
... qualche centimetro avvolgendo il suo cazzo come una specie di guanto. Mi teneva le gambe alte e sembrava sorpresa della resistenza della mia figa nell'atto della goduria. Rallentò ed oserà insieme a me i nostri organi che si fondevano. C'era molta luce, e le mie calze facevano pendant col colore del suo cazzo che luccicava pieno di lubrificante e della mia goduria che nel giro di due minuti ricopri il suo cazzo nero aumentando il contrasto del piacere. Riprese con un ritmo più blando. Lo tenevo per le anche, imprimendolo il movimento giusto, fino a dove uscire, fino a dove arrivare, come giocare con i tempi, l'esitazione del cazzo, il suo andar e venire in base a tutta una serie di cose che avrebbe imparato. Ma li per li, dovevo io guidare il gioco. E lui ci stava. Raggiungemmo un ritmo fantastico. Sentivo chiaramente il suo cazzo scivolarmi in figa ed uscire alla stessa velocità, fermarsi, spingere, accarezzarla, chiusi gli occhi e rovesciai la testa godendomi la sensazione predominante in quel momento: Il possesso. Venni un altra volta. Questa volta fu un lunghissimo orgasmo. Lui si muoveva a malapena, il mio bacino ruotava piano, mi godevo un formidabile momento. Poi, entrò Grace senza bussare...
Mandai Adama fuori e lo rassicurai sulla settimana che chiedeva, e mi misi a parlare con Grace degli affari della settimana.