Appena trasferito
Data: 17/02/2024,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: jib, Fonte: RaccontiMilu
... resi conto che non ci eravamo scambiati i contatti! Lei stava facendo manovra in quel momento, aspettai che mi passasse con la macchina davanti e vedendomi accostò e abbassò il finestrino “ripensamenti? – disse ridacchiando “No – dissi io – solo che non ci siamo scambiati i numeri e non so come trovarti!” “Hai ragione… facciamo così, che sono già in ritardo e le mie amiche mi ammazzano… ci troviamo giovedì alle 10 qui davanti, che ne dici? Decidi tu dove andare, basta che non sia qui in paese, portami in città! Scusa ma devo scappare!” e così mentre mi salutava ancora uscì dal posteggio. Mentre finalmente feci la spesa, dimenticandomi metà delle cose, pensavo a dove portarla. Inoltre quando pochi minuti prima l’avevo fermata in macchina avevo avuto una visione delle sue tette dall’alto, che essendo in quel momento compresse dalla cintura di sicurezza schiacciavano il vestito quasi fuoriuscendo… cazzo, pensai, quanto avrei voluto metterle una mano sotto al reggiseno e palpargliele!
I giorni passarono lenti. Per la location optai per un locale a Torino lungo il Po. È un locale molto carino, ci sono degli angoli più intimi dove si può parlare sorseggiando un drink e guardando lo splendido panorama della città illuminata che si specchia sulle acque del fiume ma anche una zona dove si può ballare. Sperai di aver fatto la scelta giusta per i suoi gusti.
Finalmente arrivò giovedì sera. Era estate, quindi scelsi una camicia di lino color sabbia, un paio di pantaloni di cotone ...
... verde scuro abbastanza aderenti che mettono in evidenza il culo, che mi sono sempre vantato di avere decisamente bello, ma anche il pacco. Niente di impressionante quello, nella media, ma con i giusti pantaloni avevo capito che si poteva far risaltare.
Salii sulla mia Alfa che per l’occasione avevo tirato un po’ a lucido (normalmente è l’opposto, lavorando in campagna non è facile tenerla bene) e mi diressi verso l’appuntamento. Quando arrivai e vidi il piazzale vuoto il primo pensiero fu che Roberta poteva non venire, ma dopo qualche minuto un paio di fari di una punto si avvicinarono, era lei.
Quando scese non potei che ammirarla. Aveva una gonna a portafoglio grigia a metà coscia ed un paio di stivali anch’essi grigi simili a quelli di qualche giorno prima ma con un tacco un po’ più fine. Sopra, una leggera camicetta bianca con qualche bottone aperto completava il risultato. I capelli erano raccolti in una lunga treccia spiga, ed un rossetto marrone esaltava quelle bellissime labbra. Le andai incontro e lei sorridendo accorgendosi del mio sguardo mi diede due baci e poi chiese divertita “allora, dove mi porti?” a quel punto decisi che toccava a me tenerla un po’ sulle spine, dato che nemmeno mi aveva dato il numero di telefono, e così le dissi che l’avrebbe scoperto di lì a poco e le aprii elegantemente la portiera della macchina e la feci entrare. Salii anche io e mi avviai verso il locale. In quel quarto d’ora di macchina parlammo del più e del meno, commentando le ...