1. Un rappresentante sposato


    Data: 15/02/2024, Categorie: Cuckold Etero Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... l’unica che, in equilibrio sull’orlo della pozza, allunga una mano per aiutarmi. Il trambusto attira altri muratori -una quindicina- che, appena terminata la giornata di lavoro, si stavano dando una sciacquata in una delle baracche prefabbricate del cantiere, a giudicare dai torsi nudi o dagli asciugamani attorno ai fianchi e dalla pelle bagnata. Allungo la mano fino ad afferrarmi al polso di Sabrina, faccio forza sui piedi e sull’altra mano per divincolarmi da quella trappola vischiosa e spingo per rialzarmi, mentre Sabrina, che ha incrociato la presa afferrandomi il polso, tira. Vedo, con la coda dell’occhio, Victor che parlotta brevemente con Angela, poi che si avvicina dietro a Sabrina, sbilanciata e tesa per aiutarmi, le appoggia il piede sul sedere e la fa cadere, anche lei, nella pozza, tra grandi risate dei muratori. Ci ritroviamo fradice, infangate, tristemente sedute, una accanto all’altra, nella pozza; ci guardiamo con sguardi affranti.§§§§§§§§§§ Ero sbilanciata per aiutare Marica a rialzarsi quando una spinta sul culetto mi fa volare della pozza: riesco ad evitare di caderle addosso di misura, ma mi trovo anch’io come lei, nel fango molle (non tanto freddo, per fortuna) e schizzata dalla testa ai piedi. Capisco che è stato Victor a spingermi dal suo sguardo trionfante, come se avesse fatto chissà quale prodezza e gli dico di aiutarmi, di fare qualcosa. Riesce a lasciarmi stupefatta: ridendo, si sbottona la patta, tira fuori il coso -mollo-, me lo punta addosso e… ...
    ... comincia a pisciare! Gli altri uomini ridono a loro volta e, quasi tutti, lo imitano, bersagliandoci coi loro caldi getti, nonostante cercassimo di evitarli e li implorassi di smettere. Il disgusto era fortissimo, avevo quasi voglia di vomitare, ma mi trattenni solo perché, se lo avessi fatto, avrei sicuramente peggiorato la nostra situazione. Alla fine della minzione collettiva, Angela fa un cenno e Victor aiuta prima me e poi Marica ad uscire da quella lurida pozza. La guardo: è coperta di fango dalla testa ai piedi, coi capelli in un’unica massa informe di mota e solo il viso è stato sommariamente pulito con la mano e coi disgustosi getti; so che la mia immagine è ingloriosamente speculare alla sua. Angela dice a Victor di farci dare una pulita «…con la manichetta: sono troppo sporche, queste due scrofe! E in un posto dove poi non si debba ripulire da tutta la lordura che hanno addosso… e magari dove non veda nessuno di passaggio» Così, parlottando tra loro, ci condussero all’interno del primo edificio, quello più indietro nella costruzione, e ci portarono in un vano al pian terreno, ancora col pavimento grezzo di calcestruzzo e solo le pareti esterne; una doppia parete divisoria era in costruzione e due file di mattoni, larghe tutto l’ambiente, arrivavano fino a circa settanta centimetri da terra, staccate di una trentina di centimetri una dall’altra. Ci fecero mettere contro una parete e ci fecero togliere le scarpe ed i nostri pochi capi di vestiario, infangatissimi!, ...
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