Un rappresentante sposato
Data: 15/02/2024,
Categorie:
Cuckold
Etero
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
... avvitato nell’angolo della bocca dalle labbra carnose: la versione volgare di Telly Savalas, per intenderci. Ci fu molta cordialità tra lui e gli altri, poi Stefano ci presentò a Monsieur Kaperovic che ci soppesò con lo sguardo, mi strinse la mano in modo decisamente troppo energico e poi osservò meglio Marica, le dette un ambiguo sorriso di benvenuto, baciandole la mano, poi si girò verso Stefano e chiese solo: «E’ lei?» Lui annuì lentamente, ma con fare definitivo e Kaperovic fece una sorta di grugnito di approvazione. Ci fece segno di salire, passando da uno stretto portello e ci seguì, ma infrapponendosi tra me e Marica.
ォMonsieur Kaperovic mi scruta, mi soppesa; vedo nei suoi occhi un brillio inquietante, come un bimbo annoiato al quale viene dato un giocattolo nuovo da smontare e da distruggere a martellate. Ho un brivido nell’anima, di paura… ma anche nella topina: stranamente l’idea di essere usata e… trasformata da lui (ho questa intuizione!) mi provoca un senso di eccitazione. Vorrei oppormi, tornare al comando del gioco, essere io a decidere se, cosa, quando e come fare… ma mi sento come su un ottovolante, dove col cuore in gola sto per scendere nell’abisso, con paura, palpitazione, attesa, ma anche piacere e divertimento; intuisco che, quando riuscirò a raggiungere la stazione di questo ottovolante, sarò orgogliosa di aver sfidato la sorte e felice di essere ancora viva… E allora dai, spregevole grassone! Fammi vedere cosa vuoi che faccia!!! Lui suggerisce agli ...
... altri di salire nei saloni superiori e loro cominciano a filtrare attraverso un portello tipicamente navale; si frappone tra Sergio e me e intuisco che il fatto non sia casuale; difatti, come mio marito si gira nel suo stupore alcolico (sul Sea Master lo hanno tenuto ben ‘lubrificato’, tanto che ora sembra indifferente a quello che mi fanno fare) per superare il portello, Monsieur Kaperovic mi estrae i seni dal corpetto e mi spinge due delle sue grosse e tozze dita nella micetta e nel buchino… Lo stato di leggera eccitazione ed il recente trattamento avuto da François evitano che l’esperienza sia dolorosa, restando solo nell’ambito della sgradevolezza. Poi mi fa passare davanti a lui e, mentre sto superando il portello, mi molla una potente manata sul sedere, rischiando quasi di farmi cadere. Al di là del portello mi aspetta Angela che, col pretesto di aiutarmi a superarlo, mi mormora: «Lascia che tutti possano farti quello che vogliono!»
Accedemmo ad un salone della nave (quelle dimensioni mi impedivano di associarla al concetto di yacht!) e trovammo altre persone: cinque uomini tra i quaranta ed i sessant’anni e quattro donne: due a malapena maggiorenni, una sulla trentina con lo sguardo altero ed una oltre i quarantacinque, con gli occhi di un animale in trappola. Venimmo presentati io, Marica e le due ragazzine (Sabrina e Leila); tutti gli altri si conoscevano già e non sembrò loro il caso di presentarsi a noi. Ma che gente è, questa? Bah… Un cameriere in giacca ...