UNA SCOLARA SPECIALE – LA SECONDA LEZIONE – 3
Data: 12/02/2024,
Categorie:
Etero
Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu
... mie labbra nascoste si aprivano e lo specchio di fronte mi faceva intravvedere qualcosa di apparentemente umido, di un colore rosso cremisi. Sembrava carne viva e avrei voluto esplorarla, ma, per pudore rimandai a dopo quella curiosità; almeno fino a quando avrei potuto farlo in solitudine.
“Hai una figa perfetta, bella da vedersi. E ora provati questo; speriamo di non essermi sbagliata con le misure.” Prese un corsetto nero molto romantico, ornato di pizzi, molto frou-frou, con inserti stringati rosa che prima ancora di indossarlo mi fece l’effetto di un frivolo addobbo peccaminoso. Non dissi nulla e lasciai che mi aiutasse ad indossarlo. Luana abbottonò i gancetti dietro, poi lo adattò perfettamente al mio corpo, regolando e tirando gli inserti a stringa sul davanti e riuscì ad enfatizzare incredibilmente la morbidezza delle mie curve. Poi fu la volta delle calze. Avevano una balza più scura anch’esse nere con inserti rosa in sintonia col corpetto. Non avevo mai usato calze che prevedessero l’utilizzo del reggicalze per essere sostenute e queste erano con la riga dietro che finiva in un fiocchetto ricamato sulla balza; il mio, era il regno dei collant, ma, con l’aiuto di Luana, riuscii ad indossarle senza troppa fatica. Ho una tremenda vergogna a dirlo, ma mi piacevo. Mi ero sbagliata tuttavia sulla mia prima definizione: il corpetto era molto più che peccaminoso, a partire dalle coppe del seno, che non erano coppe, ma semicoppe. Erano piuttosto rigide, anche se ...
... all’apparenza sembravano di un morbido pizzo trasparente. Mi stringevano quel tanto il seno da proiettarlo in avanti e poi lo sorreggevano da sotto, lasciando scoperti i capezzoli e tutta l’areola. Non erano previste mutandine e il corsetto abbastanza corto poneva in primo piano le nuove fattezze della mia vagina, anche se quella ormai, anche per me, non era più la mia vagina, ma la mia fica, che veniva enfatizzata e valorizzata dal contrasto tra il suo biancore latteo e il nero delle calze e del corsetto. Mi vidi come la personificazione del peccato. Avevo una tremenda vergogna e non volevo neppure sussurrarlo a me stessa, ma mi erano bastati due giorni per modificare di molto il mio metro di giudizio sulla moralità in genere e soprattutto sulla mia; questo sì che mi spaventava. In quella casa vivevo ogni attimo avvolta nella mia vergogna intima, ma mi accorgevo che l’asticella del mio limite si stava continuamente alzando. Era davvero questo che volevo? Fin dove mi sarei spinta? Fin dove sarei arrivata? “Guardati. sei favolosa.”
Si avvicinò e prendendomi i capezzoli tra i pollici e gli indici delle due mani li sfregò energicamente fino a indolenzirmeli e con terrore mi accorsi che quegli stimoli mi facevano effetto non solo nella zona del petto; anche i capezzoli ora puntuti e voluminosi erano proiettati in avanti.Luana prese un rossetto a stick, ritoccò lievemente i capezzoli e con due dita sfumò, fino ad ottenere un accentuata colorazione rosea.
“Questo è ...