UNA SCOLARA SPECIALE – LA SECONDA LEZIONE – 3
Data: 12/02/2024,
Categorie:
Etero
Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu
Il giorno dopo, alle dodici e venticinque suonai il campanello e lei si presentò come il giorno prima, con il camice bianco immacolato che si tolse entrando nella parte privata.Mi accompagnò in cucina, dove sul tavolo aveva già sistemato un vassoio con tramezzini e pizzette e una Coca-Cola grande con due bicchieri.
“Accomodati.”Presi il borsellino e feci per pagare la lezione, ma lei a quel punto mi fermò:“Pagherai domani. Ho bisogno di verificare alcune cose che domani ti dirò.”Non capii il significato della frase, ma ero troppo tesa per replicare; riposi comunque il borsellino a posto, ma quella cosa in sospeso mi allarmò non poco, Cosa stava pensando di propormi?Lei si rivolse ancora a me e disse indicandomi la sedia.“Serviti pure.”Lo disse prendendo un tramezzino subito imitata da me.“Hai mai fatto un pompino a tuo marito?”Feci ogni sforzo a non farmi strozzare dal morso a quel tramezzino che non riuscivo più a mandare giù e masticando a fatica scrollai la testa con diniego.“Tuo marito ti ha mai leccato la fica?”Sempre masticando e cercando disperatamente di fermare le lacrime che ce la stavano mettendo tutta per uscire, ripetei la scena di prima.“Sai cos’è un ditalino?”Quel tramezzino cominciava a diventarmi indigesto e non riusciva ad andare giù. Risposi ancora col capo. Prima dissi di sì, ma subito dopo, sempre col capo, feci segno di no.“Che risposta è questa? Insomma tu hai mai goduto in vita tua? Sai cos’è un orgasmo?”Ingoiai con fatica quel ...
... boccone indigesto.“Sì, so cos’è un orgasmo e anche cos’è un ditalino. Avevo, credo, quindici anni quando provai a farlo, ma mi fermai subito, perché ero terrorizzata dal perdere la verginità per sbaglio con le mie dita e non l’ho più fatto da allora. Però a volte, a letto, mi fregavo col cuscino tra le gambe fino a farmi arrivare all’orgasmo, ma è stato molto tempo fa. Il sesso, a dire il vero, non ha mai rappresentato qualcosa d’importante per me e ne sento ora tutto il peso.”“Pazzesco. Ma da che mondo sei uscita?”Riempì due bicchieri con la bibita, mangiammo ancora qualche pizzetta, bevemmo e poi disse:“Vieni, andiamo in bagno, che non abbiamo troppo tempo e ci sono un sacco di cose da fare.”Passammo per la porta della zona clienti attraverso un salotto molto ben arredato che conteneva riproduzioni di incisioni erotiche del ‘700 che di fatto erano rappresentazioni di una sfrenata pornografia che portarono la temperatura del mio disagio al calor bianco. Il bagno era più grande del salottino, dove mi aveva fatto accomodare il giorno prima. Si capiva che quel posto per Luana costituiva una stanza da lavoro. Una vasca con idromassaggio per almeno quattro persone, posta a filo del pavimento occupava gran parte del locale; davanti alla vasca, appeso a metà della parete, c’era un televisore immenso, mentre sulla parete opposta vi era appesa la riproduzione di un quadro che seppi in seguito essere “L’odalisca bionda” di Boucher che io immaginai come un bravo pittore, ma ...