Spogliati di ogni dignita 3
Data: 11/02/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Catmaur, Fonte: Annunci69
... che stavo dicendo la verità – ora che finalmente ritorni alla vita, non pensi che anche io merito un po’ di gratitudine e attenzione?”
Risentendo le mie verità arrossi di vergogna, sapeva che lo doveva soprattutto a me se era riuscita a superare indenne quella situazioni, alla mia pazienza nel sopportare i suoi cambiamenti di umore e nel condividere ogni sua disperazione.
“Ora che ti chiedo di giocare un po’ con me….finalmente dopo che siamo di nuovo ritrovati anche sessualmente vuoi negarmi questa mia felicità?”
A queste parola lei rimase disarmata, seduta sul sedile dell’auto, la presi per un braccio e non dovetti faticare molto per farla scendere dalla vettura.
”Ma se ci fosse qualcuno che mi conosce, pensa che figura”.
Una preoccupazione sensata, ed anch’io restai per un attimo perplesso,
“…ma a quest’ora e lontano da casa chi vuoi che ci sia.”
Si strinse le braccia incrociandole davanti per mantenere ancora più stretto lo spolverino come a voler proteggersi. Le tenevo una mano sul culo senza che lei protestava, sentendo le sue rotondità ed il rilievo del reggicalze sotto l’indumento fatto di una leggera stoffa sintetica. Ero riuscito a fare qualcosa di ...
... veramente azzardato rispetto alle sue abitudini. Era intimorita ma si stava pure eccitando morendo dalla curiosità per quella strana avventura. Con un pizzico di sadismo, per accentuare le sue paure, ma sperando anche di eccitarla per quella trasgressione alla sua vita di serissima insegnante abituata a vestirsi sempre in modo più che classico, completi giacca e pantaloni o completi con gonne estremamente sobrie, le sussurrai in un orecchio quello che poco prima mi aveva detto.
“nuda sotto e truccata in questo modo, se ti vedessero i tuoi studenti la dentro avrebbero la certezza che la loro prof è proprio una puttana” .
“Non scherzare, non ci voglio neppure pensare”
Alcuni metri prima dell’entrata si strinse ad un mio braccio.
“torniamo indietro mi fa paura e mi sento molto imbarazzata”.
Non mi fermai e continuai. Suonai ripetutamente al campanello per entrare. Dopo lunghi minuti di attesa, in cui temevo un ripensamento di Laura, la porta scattò e spinsi la mia donna avanti a me. Entrammo e la porta si richiuse automaticamente dietro di noi. Lo sguardo sorridente del commesso che probabilmente riconoscendomi sembrava dire “allora ci sei riuscito a portare tua moglie finalmente.”