Professori 1
Data: 21/08/2018,
Categorie:
Scambio di Coppia
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
Era ancora relativamente facile, ottenere una cattedra di insegnamento, quando ci laureammo, io in lingue e Paolo in matematica, due anni prima di me; dopo un breve ‘tirocinio’ in sedi varie, ottenemmo l’assegnazione definitiva nella stessa sede, in una grande città; ci sposammo quasi subito, in parte perché eravamo gli eterni fidanzati, ma soprattutto perché il lavoro ci dava serenità e certezze che corrispondevano ai desideri da sempre coltivati.
La stessa sorte toccò ai nostri amici Lea, che si era laureata in Lettere ed aveva condiviso con me molti esami all’Università, e Mario, laureatosi anche lui in matematica qualche anno prima di me; anche a loro toccò il tirocinio in diverse sedi prima di arrivare al nostro stesso Istituto; si sposarono un anno dopo di noi; ma diventammo amici e ci frequentammo intensamente per tutti gli anni trascorsi fianco a fianco, io collega di corso di Lea e Paolo collega di Mario.
Per oltre quindici anni la nostra vita trascorse sui binari sicuri di una condizione borghese in una grande città, ma decisamente provinciale rispetto alle metropoli; niente sembrava turbare l’equilibrio che ci eravamo costruito; l’unica discrepanza era data da una certa mia tendenza a fantasticare una possibile attività di scrittrice; avevo avuto occasione di mettermi in contatto con una casa editrice che mi aveva affidato la traduzione di romanzi stranieri da pubblicare.
Mario apprezzava molto le mie qualità culturali e mi sostenne molto, incitandomi ...
... ad accettare l’incarico e a usare l’esperienza che maturavo attraverso la lettura di autori inediti per favorire il mio desiderio segreto di mettere giù le mie idee e arrivare a quel romanzo che era il mio sogno proibito; se la casa editrice avesse conquistato mercato e potere, sarebbe stata quasi automatico propormi come autrice.
Lui, peraltro, aveva già ottenuto di tradurre articoli da riviste straniere per corrispondenti italiane; lavorava anche a qualche racconto breve, di genere ‘osè’, e guadagnava bene con quel lavoro che considerava degradante ma gli consentiva di tenere in esercizio il suo possesso delle lingue; mi invidiava, in qualche modo e assai garbatamente, la fortuna di poter lavorare a un progetto ambizioso, che sosteneva e favoriva.
I nostri coniugi, invece, sembravano irretiti sempre più dalla dimensione ‘alternativa’ di certe situazioni metropolitane e si dedicavano, nel tempo libero, a letture ed elaborazioni ‘al limite’ che non creavano dissidi ma non erano assolutamente condivise; molte volte avevo trovato il tablet di mio marito fermo su siti porno che, per naturale reticenza, mi rifiutavo anche di visionare; dopo quindici anni e più di matrimonio, trovavo stupide certe curiosità.
Quando scoprii, tra gli appunti lasciati da mio marito sul tavolo, uno pseudonimo che avevo letto in alcune chat lasciate in bella vista sul tablet, la curiosità mi spinse ad approfondire e scoprii che in realtà, più che leggere ed indagare sul fenomeno, Paolo era ...