Asia, giochi viziosi seconda parte
Data: 02/01/2024,
Categorie:
Tabù
Trans
Gay / Bisex
Autore: asiatrav82, Fonte: xHamster
Il signore era tornato definitivamente in Italia, forse a Gallipoli, pur tuttavia nei giorni successivi alla sua partenza, nell’andare a casa dal lavoro, passavo davanti a quella casa. Mi era venuto la sindrome dell’assassino che torna sul luogo del delitto. Ma c’era poi stato un delitto o una scoperta?
L’estate stava finendo ma faceva ancora caldo, il pezzo di terra che stava di fianco alla casa cominciava a far sentire la mancanza di qualcuno che se ne prendesse cura.
Quel pomeriggio avanzato di un venerdì il giro non andò a vuoto. Un’auto era ferma nell’area di parcheggio, la porta d’ingresso alla casa era spalancata e si sentiva anche della musica. Stoppai la bici per controllare meglio la situazione e raccogliere le idee su cosa fare prima di avvicinarmi. Non vedevo ancora nessuno ma qualcuno sicuramente c’era.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, la casa era stata venduta, un nuovo proprietario l’avrebbe occupata.
Feci una mezza curva della strada e lo vidi, torso nudo, short e il getto d’acqua. Non mi sembrò uno qualsiasi ma qualcuno e avvicinandomi di più mi fu chiaro.
- Salve!
- Buona sera.
- Lei è Thomas?
- Come fa a sapere il mio nome. Ci conosciamo?
- Conosco suo padre e anche lei anni fa è venuto a casa mia.
- Allora spiegami e diamoci del tu.
Iniziai a raccontargli le cose che sapevo di lui e quello di mio padre e della mia famiglia che potevano aiutarlo a ricordare. Non c’erano stati in verità tanti contatti tra le nostre ...
... due famiglie, gli amici erano i nostri padri.
- Si Paolo ora mi ricordo, tu hai un fratello di qualche anno più grande di me e tre sorelle, di te mi ricordo solo che c’eri.
- Bè ero un ragazzo, l’ultima volta che tuo padre è venuto a casa nostra prima di tornare in Italia avevo quattordici anni. Poi l’ho rivisto adesso quando è venuto per vendere la casa. Tu sei qui per portare via i mobili, per svuotarla?
Mentre parlavamo lui continuava con il tubo dell’acqua in mano ad innaffiare tutto intorno e quando era girato un po’ di lato, così come lo avevo visto da lontano al mio arrivo, dava l’impressione stesse pisciando. Questo pensiero e altri ricordi d’infanzia che vi associai, mi fecero assumere un’espressione sorridente. Al che Thomas mi chiese.
- Perché sorridi?
- Una sciocchezza.
- E fai partecipe anche me, dimmela.
- È proprio una sciocchezza anche un po’ sconcia, da monelli, da ragazzi monelli.
- E dai mica vogliamo fare i seri? Dimmela.
- E va bene. Quando ti ho visto da lontano eri girato un po’ di spalle come poco fa.
- E allora?
- Bè, sembrava stessi pisciando, solo che il getto non finiva.
La sua risata fu fragorosa, spontanea e contagiosa, anche io infatti mi misi a ridere e aggiunsi.
- Quando da ragazzino venivo al paese, stavamo in campagna, con parenti e amici della mia stessa età, pisciavamo sempre insieme, ci mettevamo in fila, gareggiando anche a chi durava di più e schizzava più lontano.
- Anche io, Paolo, lo facevo a ...