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Questo sono io - 3. nemmeno un briciolo di pietà
Data: 29/12/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69
... quartiere alle spalle. Eravamo comunque troppo veloci e sfrecciavamo in modo allarmante accanto ai marciapiedi affollati. Inchiodò proprio sotto al nostro condominio. Ma anziché lasciarmi lì e andarsene scese dall’auto insieme a me, lasciando il motore acceso. Claudio prese il suo posto alla guida. “Allora, a presto Leo.” Mi salutò sconsolato prima di ripartire. Ne io ne Marco avevamo più detto una parola da quando eravamo saliti in auto. “Si può sapere che cazzo stavi facendo in quel posto di merda?” Sbottò subito dopo essersi chiuso alle spalle la porta del nostro appartamento. Davvero mio padre non gliene aveva parlato, o voleva solo sentirmelo dire di persona? Non mi interessava più, lo ignorai e andai verso la mia camera. Volevo mettere un cambio di vestiti e lo spazzolino da denti dentro una borsa e andarmene il più presto possibile. Non avevo fatto nemmeno due passi quando Marco mi afferrò la spalla obbligandomi a girarmi. “Ehi,” disse infuriato. “Cosa significa tutto questo?” Non volevo guardarlo. Ero arrabbiato ma anche in imbarazzo. Lui prese il mio viso tra le mani. “Vuoi parlare?” “Volevo comprare della droga.” Risposi alla fine, cercando di evitare i suoi occhi. Rimase in silenzio per qualche secondo. Poi strinse la presa sul mio viso, costringendomi a guardarlo. “Non ti credo.” Disse. “Non prendermi per il culo.” Mi irrigidii. Persino papà mi aveva creduto senza fare domande. Anche quella volta dissi che era una questione di ...
... droga e lui mise tutto a tacere, nessun verbale, nessuna denuncia. E anche se era diventato più apprensivo, non ne avevamo più parlato. Allora perché Marco non mi credeva? “Dimmelo!” Mi gridò in faccia. Non potevo reggere il suo sguardo. “Volevo provocare una rissa!” Gridai anche io. Aggrottò le sopracciglia e impiegò un secondo per assimilare quello che avevo detto. Sentii le sue dita contrarsi sul mio viso. “Volevi morire?” Mi chiese sconcertato. “No!” Risposi in fretta. Volevo morire? Pensai tra me. “Allora cosa? Perché l’hai fatto?” Continuava a gridarmi contro arrabbiandosi ancora di più. “Volevi farti arrestare? Far incazzare tuo padre?” Già, cosa volevo fare? Questa sì che era una bella domanda. Cosa volevo dimostrare? A chi? “Volevo solo sentire qualcosa.” Gli confessai alla fine. Marco rimase a fissarmi in silenzio, con un’espressione indecifrabile. Sentivo che da un momento all’altro sarei crollato completamente. Perché non mi lasciava andare? Doveva solo chiamare mio padre, e non avrebbe più avuto a che fare con me. Probabilmente avrebbe ottenuto anche una promozione in cambio del suo silenzio. Così si sarebbe risolto tutto. Invece mi tirò a sé e mi strinse tra le sue braccia. E restammo così a lungo, senza dire nulla. Nessuno mi aveva più tenuto stretto in quel modo. Sentivo il cuore pulsarmi dolorosamente in gola e alla fine qualcosa si ruppe dentro di me. Faceva più male di qualsiasi pugno o calcio sullo stomaco. Non mi ero ...