1. Non so come sia potuto accadere, ma è accaduto!


    Data: 19/08/2018, Categorie: Etero Autore: Rot43, Fonte: EroticiRacconti

    ... davanti alla macchinetta contornato da quelle civette single delle mie colleghe che godono come me alla sola sua vista. Immaginavo lui e pensavo quanto mi sarebbe piaciuto essere tenuta per i capelli mentre il suo cazzo viola la mia bocca.
    
    “Mmmh! Oddio come mi piacerebbe”.
    
    Mentre le dita scivolavano dentro di me, serravo le cosce per sentire meglio il contatto tra esse e le altre dita della mano, cercando di provare la sensazione di un contatto tra due corpi diversi, e appena le mie gambe sfiorarono le dita fui percossa da un brivido.
    
    Mi bastava ancora un po’ e poi sarei giunta alla mia soddisfazione personale, ma ….
    
    La maniglia della porta si abbassa, e la porta si apre, spalanco gli occhi, ma non sono nelle condizioni di potermi ricomporre velocemente. Anche i riflessi dell’intruso sono appannati probabilmente per il vino, mi guarda incredulo e allo stesso tempo estasiato. Mi ricompongo trafelata. Lui mi chiede scusa e dopo aver scrutato ogni centimetro della mia pelle nuda e registrato ogni gesto del mio autoerotismo, con imbarazzo dopo qualche istante, chiude la porta, lasciandomi nell’impaccio più totale.
    
    :-Ecco, che cazzo!
    
    Arruffata poggio le mani sul lavabo e incazzata fisso la figura riflessa davanti ai miei occhi, mi risistemo l’abbigliamento, e arrabbiata penso
    
    “che cazzo avrebbe potuto almeno bussare”.
    
    Non mi rincresce tanto per la “figura” barbina, quanto per il fatto che mi ha impedito di godermi il mio cazzo di orgasmo.
    
    Vabbè basta ...
    ... così per stasera…
    
    Decido di uscire dal bagno. In quel momento però percepisco di essere più arrabbiata che turbata. La violazione involontaria della privacy mi indisponeva più del turbamento che avrei forse dovuto avvertire per essere stata vista, dal migliore amico di mio marito, mentre praticavo autoerotismo. Mi dirigo pensierosa verso la mia stanza, ma mentre lo faccio mi volto nel corridoio e noto che la porta della camera di mio figlio è socchiusa e dal pertugio si intravede uscire un barlume di luce. Mi arresto e risoluta vado verso la porta schiudendola prudentemente, Raul è seduto sul ciglio del letto singolo, con la testa bassa e le mani incrociate. Mi fermo sulla porta con le mani sui fianchi e la testa bassa, non so da dove iniziare … vorrei sbraitare e dirgli di bussare la prossima volta, ma non voglio che Giorgio si svegli e venga a conoscenza di quanto appena accaduto, l’imbarazzo ora si palesa impedendomi di proferire parola. Ma trovo il coraggio di alzare il capo e di guardarlo perlomeno in faccia, ci scrutiamo per un attimo in silenzio, poi lui accampa un mi dispiace smorzato. Sono arrabbiata, ma capisco che non lo ha fatto a posta, dissimulo un sorriso di circostanza e cerco le parole guardandolo negli occhi. Lui si alza e si avvia verso il bagno senza fiatare, rimango come una scema ferma sulla porta mentre lui si muove verso di me, mi passa accanto, ma all’improvviso si ferma, si volta verso di me in silenzio, mi volto anch’io, ci guardiamo nel silenzio ...
«1...345...8»