1. Basta!


    Data: 18/08/2018, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Lesbo Gay / Bisex Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... o due, mi sentivo abbastanza padrone del mezzo, perciò cominciai a rilassarmi ed a divertirmi davvero. Facemmo alcune soste in punti particolari e durante una di queste avvenne una cosa che diede inizio alla parte inaspettata della vacanza. Ci eravamo fermati in un uadi (letto prosciugato di un antico corso d’acqua), ai piedi di un’alta duna di sabbia finissima -come lo zucchero!-, incuneata tra due blocchi di roccia, e quasi tutti decidemmo di scalarla per la quindicina di metri della sua altezza. Arrivati faticosamente in cima, godemmo del panorama, molti di noi scattarono foto e poi ricominciarono a scendere. Decisi di aspettare che scendessero quasi tutti, per fare una panoramica dei quad e della gente accanto e perciò, scattata la mia foto, scesi con attenzione nella sabbia cedevole. Arrivato in fondo, mi fermai per valutare un’altra inquadratura e mi sentii spingere via un piede, cadendo a sedere sulla sabbia. Sorpreso, vagamente spaventato ed un briciolo irritato mi girai con un feroce «Eccheccazzo!’» scoprendo che era stata una donna, scivolandomi addosso, a farmi perdere l’equilibrio. Lei mi guardò con espressione contrita e colpevole, mentre il marito si profuse in scuse, chiedendomi di perdonarli, perché aveva -lei- perso l’equilibrio. Non mi sembrava una cosa così grave, in fondo, per cui sorrisi alla coppia, rassicurandoli che ero stato brusco solo per la sorpresa. Poi rimontammo in sella e ripartimmo ma, mentre andavamo, un angolo della mia mente rifletteva ...
    ... sul banale episodio. Richiamai alla mente il loro aspetto: intorno ai cinquanta, lui alto e con la barba corta, brizzolata come i capelli, occhiali con la montatura dorata, fisico ipotonico da travet, molliccio: lei piccolina, con un bel sedere ed un discreto seno -ricordavo vagamente di averli visti in spiaggia- ed un’aria da peperina. Mi aveva colpito l’espressione estremamente colpevole, quasi,,, succube di lei e il profondersi in scuse perfino eccessive di lui per un banale… piccolo incidente, un errore, in fondo, fatto da lei. Un tarlo mi si insinuò nella mente e mi trovai a sorridere.
    
    L’ultima sosta, prima di finire l’escursione e tornare al pullman, fu presso dei nomadi, dove prima assistemmo alla preparazione del pane arabo su una pietra e poi il lavoro di filatura e tessitura nel quale erano intente le due figlie nubili. Alla fine, entrammo in una tenda e ci sedemmo tutti in circolo, su bassi cuscini, dove ci avrebbero servito un bicchiere di dissetante the alla menta, carico e bollente. Mentre gli altri si attardavano a valutare l’acquisto di tappeti e monili prodotti dalla piccola tribù, fui tra i primi a sedermi e vidi, a poco a poco, occuparsi tutti i posti. Alla mia sinistra, ad una quarantina di centimetri, venne a sedersi una tipa ossigenata e starnazzante, accompagnata dal marito con la tipica espressione della vittima di tale esuberanza verbale; a destra, invece, venne alla fine a sedersi la famosa coppia. Lui si sedette per primo e mi resi distrattamente ...