1. 11 – Forica: L’amore fuori casa


    Data: 18/08/2018, Categorie: Etero Autore: 1948, Fonte: RaccontiMilu

    Il tempo passava ed ero sempre più preso da Forica.
    
    Purtroppo non potevamo fare l’amore nelle nostre case per la presenza di altre persone che ce lo impedivano.
    
    Allora la mia auto si era trasformata in un’alcova e mentre guidavo facevo i percorsi più strampalati per capire dove potevamo appartarci nella nostra intimità.
    
    Uno di questi era una pineta al mare non lontano dalla città.
    
    In una piazzola che mi sembrava riservata, illuminata solo dalla luna, non visibile da altre parti. Era già primavera e l’aria era tiepida quindi i finestrini abbassati ci davano la sensazione di essere all’aperto nel bel mezzo della pineta.
    
    La piazzola era situata tra una strada non molto trafficata e lo stagno adiacente.
    
    Li ci siamo fermati per fare l’amore.
    
    Se si fosse avvicinato qualcuno avremo avuto il tempo di coprirci ed andare via.
    
    Lei era vestita con una gonna blu in tessuto leggero a righe ed era plissettata lunga fino al ginocchio, maglione di lana d’angora che lasciava vedere a chi la osservasse un bel seno. Scarpe non tanto alte e calze scure velate autoreggenti con una balza ricamata finemente di 10 centimetri circa. Toccare le calze faceva venire i brividi.
    
    “Questo posto è bello, mi piace. Mi da tranquillità e serenità. Non ti pare?”
    
    “Concordo. Vedi, qui, dato che c’è da una parte lo stagno e dall’altra la strada dietro i cespugli e gli alberi, l’auto non si vede e penso che nessuno penserà che ci sia qualcuno. L’ho visto i giorni scorsi passando lungo ...
    ... la strada. Ho visto un’auto che usciva e poi sono andato a fare un’ispezione prima di venire qui con te”
    
    La nostra serata inizia così.
    
    Tiro indietro il sedile dell’auto, ribalto il mio sedile e quello di Forica. Rimaniamo io in camicia e lei con le calze la mutandina ma con il maglione. La gonna era arrotolata per farmi vedere le mutandine. Ad una prima osservazione sembravano quelle di una collegiale.
    
    Ho infilato le mani sotto il maglione di lana ed ho trovato due capezzoli duri e scuri che aspettavano d’essere succhiati. Le labbra della bocca truccate con un rossetto rosa intenso ed i capelli fin sulla spalla.
    
    Erano due settimane che non ci vedevamo ma ci sentivamo al telefono con le solite seghe e ditalini. Il dialogo tra di noi non è mai mancato.
    
    “Sono preoccupata perché mio padre sta poco bene e devo accudirlo in tutto e per tutto. Mio fratello, poi, non fa niente. Non mi aiuta e devo fare tutto senza che lui mi aiuti. Quanto lui è figlio altrettanto sono figlia.
    
    “Perché non ti rifiuti e fai fare qualcosa anche a lui?”
    
    “Se lascio fare a lui trovo la casa che è ridotta ad un casino. Uffa!”
    
    “Perché non ci sposiamo?” Propongo.
    
    “Mah! Non mi sento pronta. Mi sembra che tra di noi ci sia ancora qualcosa da scoprire. Tu hai sempre da fare ed io altrettanto e poi….!!”
    
    “Poi che?”
    
    Forica non risponde. Volta il viso dall’altra parte ma mi abbraccia e mi vuole stretto a lei come a coprirla.
    
    Mi solleva la camicia sulle spalle, mi allargo la cintola ...
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