1. Dovrei essere altrove


    Data: 15/12/2023, Categorie: Etero Tradimenti Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... scimunita, dato che appena girato l’angolo ci ritroviamo davanti l’area di servizio dei tassì, però malauguratamente è deserta, disabitata.
    
    “In questa serata sono responsabilmente assistito e ampiamente sostenuto dalla fortuna. Su, venga con me al bar, poi appena arriva un tassì lo fermiamo e vado via”.
    
    Non si può dire né manifestare di no per due volte, così accetto gradendo di scendere dalla macchina, trovandomi sennonché nuovamente accanto al corpo di quell’uomo. Lui m’attrae a sé all’improvviso prendendomi con il braccio intorno alla vita. Quel lieve contatto mi regala un fremito ardente, la brama di palpeggiarlo attendendo un indizio d’accettazione e di consenso della smania altrui è assai potente. In seguito segue il suo abbraccio meno incerto e più risoluto, io m’abbandono contro di lui, l’altro non esiste più, forse non è mai esistito, eppure l’intima mia essenza sì, rallegrata, ravvivata e risvegliata al presente da quell’inatteso e insperato contatto fisico.
    
    Io desidero bloccare il tempo, smettere di correre sotto la pioggia, abbandonare i vestiti e gettarmi addosso quell’uomo, inebriarmi del suo odore, mangiare la sua carne. Un attimo, un impulso così forte da devastare e sfregiare completamente tutta la mia intera esistenza m’assale bruscamente. Che cosa ci faccio io qui, perché non sono a casa? Mi stringo a lui ancora di più e alzando lo sguardo incontro i suoi occhi, in quell’istante leggo il mio stesso desiderio e non riesco ad aspettare altro. Le ...
    ... lingue nelle reciproche bocche s’abbeverano delle salive, lecco i suoi denti, succhio le sue labbra, mentre caldo scende tra le gambe un filo delle mie intime secrezioni. Adesso lui sentirà di certo l’odore del mio sesso, comprenderà la mia fretta d’essere posseduta, non mi lascerà andare via, così stretti uno all’altro ci siamo rincorsi fino alla mia macchina:
    
    “Gradiresti venire a casa mia?” – m’ha invocato lui proseguendo a sbaciucchiarmi.
    
    “E’ lontana?”.
    
    “Ci vorranno appena dieci minuti”.
    
    Tutto qui. Io guidavo aprendomi a lui, lasciando che le sue dita entrassero e uscissero da me, perché anch’io avrei voluto afferrare il suo sesso e godere del suo sapore, ma dovevo guidare. Guardai l’orologio e una sola volta bastò per sentirmi in colpa, sarei dovuta essere a casa, comodamente seduta sul mio divano in attesa di mio marito, infruttuosamente e vanamente sua consorte. Giungiamo di fronte a un edificio, lui mi fa un gesto per accostare, mentre io potevo benissimo ancora tornare indietro e rinunciare a quella follia, rifiutare per quella sconsideratezza, viceversa, parcheggio in maniera risoluta la macchina e scendo. I nostri vestiti finiscono per terra in pochi secondi e nudi ci buttiamo uno addosso all’altro come due animali feroci ingordi di saziarsi. Comodamente si sofferma sulla fica, in seguito me la lecca, intanto che io respiro affannosamente borbottando fra me stessa:
    
    “Che cosa sto facendo, che cosa diavolo sto combinando”.
    
    A quel punto trattengo la sua ...