Dovrei essere altrove
Data: 15/12/2023,
Categorie:
Etero
Tradimenti
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... psicologiche, non certamente fisiche. I suoi occhi si sono posati sui miei in un giorno di pioggia mentre m’offriva un passaggio sotto il parapioggia fino al parcheggio delle autovetture, in seguito mi sono accostata accanto a lui per proteggermi dall’acquazzone stringendo le dita sul suo avambraccio muscoloso che si è immediatamente contratto, e alzando gli occhi ho colto un lampo nel suo sguardo.
E’ stato un attimo, forse meno d’un secondo, in quanto io ho energicamente auspicato che quell’uomo sconosciuto m’afferrasse per i fianchi approfittandone, mi sollevasse la gonna e mi possedesse lì abbrancandomi in mezzo alla strada. Lo avrei fatto a occhi chiusi santo cielo, però ho continuato a camminare velocemente per raggiungere l’automobile cercando di rifugiarmi al sicuro lontano dal pericolo. Il suo profumo si è intensificato a causa degli abiti bagnati e si è mescolato con il mio, quell’odore m’ha seguito fin dentro l’abitacolo conquistandomi, durante il tempo in cui lui rimaneva lì vicino alla mia automobile così come farebbe un cane in attesa d’un osso.
“La ringrazio assai per la sua cortese e garbata premura”. Avrei desiderato affettarmi la lingua per quella definizione, per il fatto che stavo concedendogli di dissolversi e di scomparire di colpo dalla mia vita.
“Senta, io sono a piedi. Potrebbe accompagnarmi fino alla stazione dei tassì?”.
Io avrei potuto dire e sostenere che avevo fretta, avrei potuto esternare e formulare tante cose, invece l’ho invitato ...
... a entrare nella macchina benedicendo ed essendo grata alla pioggia. Protetti dalla pioggia seguirono frettolose le presentazioni, lui aveva gli abiti inzuppati e i capelli che gli gocciolavano sulla fronte, però anche il mio aspetto non era di certo dei migliori.
“Sto morendo di freddo. E’ possibile aumentare la temperatura dell’aria calda?”. Ci comportavamo come è giusto e si presuppone che agiscano due estranei, dato che si scambiano delle buone maniere e delle gentilezze reciproche.
“Per fortuna lei portava con se il parapioggia” – ribattei io, tuttavia senza troppo convincimento.
“Già, il parapioggia. Pensi una cosa, stamattina non volevo nemmeno prenderlo, io li detesto i parapioggia, li lascio sempre in giro, li perdo di frequente, talvolta sono ingombranti e spesso pure inutili, però non questa volta. Con quest’acquazzone però è stato un dono divino averlo portato, non perché mi sono riparato dall’acqua, ma perché ho incontrato lei”.
Lui lo disse così liberamente senz’esitazione e senz’alcuna incertezza, io sono arrossita, ho aumentato la velocità del tergicristallo, visto che sembrava impazzito come il mio cuore, lo avrei voluto afferrare lì, baciarlo, lasciare che s’insinuasse placidamente con le mani sotto i miei vestiti:
“Le piacerebbe sorseggiare una bevanda in mia compagnia?” – mi chiese lui in modo fulmineo e impensabile.
“Sono amareggiata e desolata, sfortunatamente è tardi e il posteggio dei tassì è proprio qui dietro”. Che deficiente e che ...