Astrid e l'inter rail: un pompino alla norvegese
Data: 06/12/2023,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Shoganai65, Fonte: Annunci69
... bellezza, non se la tiravano affatto.
Gli raccontammo quali erano i nostri progetti di viaggio, o meglio, che non avevamo affatto progetti e risero di gusto. Io e Giorgio cercavamo di fare i brillanti (ringraziando i genitori che ci avevano fatto studiare bene l'inglese) e le ragazze si lasciavano coinvolgere dalle nostre spiegazioni e dai nostri discorsi.
Verso Udine cominciammo a tirare fuori dagli zaini un po' del cibo che ci avevano preparato le nostre mamme e che ci eravamo portati dietro: panini col crudo e il salame, biscotti, taralli, due mele, un paio di bibite oramai calde… Ingrid e Astrid si misero a ridere di fronte a quel ben di Dio e ci chiesero se avevamo viveri per tutto il mese.
Naturalmente le invitammo a condividere la nostra mensa e accettarono di buon grado, visto che negli ultimi giorni a Venezia avevano dovuto tirare un po' la cinghia.
Mentre mangiavamo di gusto iniziai a guardare Astrid con particolare attenzione e trasporto e vidi che anche lei ricambiava i miei sguardi. Era troppo figa per me, pensavo, però nessuno mi impediva di fantasticare. Sarebbe stato un'inizio fantastico se io e Giorgio fossimo riusciti subito ad andare in buca, già la prima sera, e per di più sul treno: neanche nel migliore dei nostri sogni.
Terminata la cena, con soddisfazione reciproca, le ragazze tutte sorridenti dissero che volevano ricambiare il favore e brindare al nostro incontro. Aprirono lo zaino e tirarono fuori una bottiglia di vetro squadrata, di ...
... colore verde scuro: era Jägermeister…
Io e Giorgio ci guardammo con un sorriso forzato: brindare con un amaro tedesco a base di erbe non era proprio il massimo ma se questo era quello che passava il convento, pur di non scontentare le nostre compagne di viaggio, avremmo bevuto anche l'amaro calice.
Ingrid versò quattro dosi abbondanti in altrettanto bicchieri di plastica che alzammo verso l'alto urlando: “Skål“ (si pronuncia “Skol”) per poi trangugiare tutto in un colpo, senza lasciarne nemmeno una goccia.
"Cazzo che forte e che schifo" pensai mentre l'alcool mi scendeva lungo l'esofago incendiandolo.
Guardai Giorgio che, con una smorfia tirata sul viso, immaginavo stesse pensando esattamente la stessa cosa.
Le due ragazze invece non diedero cenno di turbamento. Anzi, rilanciarono subito dicendo che ora toccava a uno di noi riempire il bicchiere e fare il brindisi, questa volta in italiano.
Se proprio dovevamo…
Presi io la bottiglia, cercai senza farmi sgamare di versare un po' meno liquore nei bicchieri, e poi alzandomi in piedi dissi con tono solenne:
"Brindo al nostro incontro, alla nostra amicizia e all'amicizia tra i popoli di Italia e Norvegia!"
Dovevo essere stato molto buffo perchè Astrid e Ingrid iniziarono a ridere come matte. Una volta ripresesi alzarono anche loro il bicchiere e insieme urlammo:
"Salute!!!" e giù un altro bicchiere di Jägermeister alla goccia.
Questo lo sentii meno nella gola ma più nella testa: l'alcool cominciava ...