Astrid e l'inter rail: un pompino alla norvegese
Data: 06/12/2023,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Shoganai65, Fonte: Annunci69
Astrid mi tirò con decisione dentro la toilette del vagone-letto e mentre il treno correva veloce lungo i binari che fiancheggiano l'Ossiachersee, tra Villach e Tiffen, seduta sulla tazza del cesso mi tirò fuori l'uccello dai pantaloni e cominciò a farmi un pompino.
Eravamo partiti da Venezia con l'InterCityNotte che collega la città lagunare con Vienna. Io e il mio amico Giorgio avevamo acquistato un paio di giorni prima un biglietto Inter Rail e ci aspettava un mese di vacanze in giro per l'Europa. Avevamo deciso di viaggiare di notte per risparmiare i soldi dell'hotel e la prima tappa doveva essere la capitale dell'Austria Felix, con i suoi musei, i palazzi, la cattedrale di Santo Stefano, la Sacher-torte, per il resto non avevamo fatto altri programmi.
Avevamo riservato due cuccette in uno scompartimento da 6, sperando fino all'ultimo che non arrivasse nessun'altro, in modo da poterci allargare e dormire tranquilli.
Eravamo saliti a bordo con largo anticipo per prendere posto e sistemare con calma i nostri bagagli nello scompartimento numero 7, e ogni volta che vedevamo qualcuno dirigersi verso la nostra carrozza facevamo gli scongiuri invitandolo mentalmente a passare oltre.
"Ci mancherebbe solo di iniziare la nostra avventura con una famiglia di mangiacrauti o un gruppo di bevitori di birra incalliti" ci eravamo detti ridendo.
Quando mancavano solo 10 minuti alla partenza, ed eravamo pressochè sicuri dello scampato pericolo, ecco che dal corridoio si ...
... affacciarono due ragazze bionde e lentigginose, più o meno della nostra età.
"Sorry this is the sleeping car n. 7? We booked two sleepers, n. 12 and 14…" chiesero mostrandoci le loro prenotazioni.
"Yes, by now we thought no one was coming ... Your bunks should be those two, one on top of the other" rispondemmo invitandole ad entrare.
(tradotto: "Si, oramai pensavamo non arrivasse più nessuno... Le vostre cuccette dovrebbero essere quelle due, una sopra l'altra")
Io e Giorgio ci guardammo con un sorriso che parlava da solo: "ci poteva andare decisamente peggio".
Sistemarono i loro zaini sulla cuccetta libera sopra le loro e poi si sedettero sorridenti di fronte a noi proprio mentre il treno si metteva in marcia e lasciava la stazione di Santa Lucia.
Facemmo subito le presentazioni e cominciammo a conversare in inglese. Si chiamavano Ingrid e Astrid, non erano austriache come avevamo pensato vedendole entrare ma norvegesi, di Bergen. Anche loro viaggiavano con l'Inter Rail ed erano già state in Francia, Spagna, Firenze, Roma, Venezia e adesso avevano iniziato a risalire pian piano l'Europa. Dopo Vienna avevano in mente di andare a Budapest, Praga, Berlino, e poi a casa.
Erano molto simpatiche e sveglie. Ma erano anche due fighe da paura. Alte più o meno come noi, occhi azzurri come il cielo, le labbra rosa, denti perfetti, sembravano le tipiche modelle dei Paesi nordici che vedi sulle copertine patinate. Indossavano jeans e maglietta e, nonostante la loro ...