1. Storie della storia del mondo, 2 - caino e abele


    Data: 16/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... cateratte gli si aprirono e lui sborrò con tutto se stesso nel culo del fratello. Senza muoversi, allora, Abele si afferrò il suo e con poche, rapide smanacciate raggiunse l’orgasmo anche lui, inondando la pancia e il petto di Caino fino al collo.
    
    “Non so se è bene quello che abbiamo fatto.”, disse Caino poco dopo, riprendendo il controllo.
    
    “Non può che essere bene quello che ci procura piacere.”, commentò Abele con una punta di cinismo.
    
    Da quella volta, i due fratelli continuarono a trovarsi in riva allo stagno ogni giorno al tramonto, e prima si purificavano dalla fatica e dal sudore nelle fresche acque, poi si abbandonavano ai loro piaceri sempre più completi. Il risultato fu che, dopo le esitazioni iniziali, Caino andò sempre più legandosi ad Abele, con cui sognava ormai di poter organizzare il resto della sua vita.
    
    “Vivremo come uomo e donna, - diceva – e tu mi insegnerai a farti da donna, così ci completeremo l’uno con l’altro.”
    
    Ma Abele era innamorato della conquista più che del conquistato; indurre gli altri ai propri desideri: era questo che lo gratificava, più che fondare le basi di una vita in comune; così, dopo un po’ i suoi ardori cominciarono a diventare semplici esternazioni, esternazioni vuote di sincerità e sentimento, fino a trasformarsi in mera finzione. E quanto più Caino si legava a lui, lui si estraniava, indifferente ormai a quello che il fratello poteva offrirgli.
    
    Accecato dall’amore, Caino non si accorgeva di nulla. Certo, coglieva ...
    ... ogni tanto una certa svogliatezza nelle affettuosità che Abele gli riservava, un che di falso, di non sincero, ma non ci faceva caso: troppa era la gioia che derivava dai baci e dalle carezze che ne traeva.
    
    Del resto, un giovane schivo e introverso come era per sua natura, è comprensibile che Caino si fosse aperto con tutto se stesso al primo che gli aveva mostrato tenerezza e disponibilità. Le barriere che si era eretto intorno nel corso della vita erano state infrante e lui si era ritrovato nudo e inerme davanti alla realtà, davanti all’amore.
    
    La freddezza che cominciava a notare nell’atteggiamento di Abele, la ritrosia, la svogliatezza nella risposta alle sue effusioni d’amore lo ferivano, ma non erano un campanello d’allarme, come per qualsiasi altro, non era in grado di riconoscerne la portata.
    
    Poi, una sera, Abele non si presentò all’appuntamento sulla riva dello stagno. Caino lo aspettò a lungo, si preoccupò ma solo che poteva essergli capitato qualcosa. E così, dopo averlo aspettato finché il sole non fu sceso sotto l’orizzonte, al calare delle prime ombre, Caino decise di andarlo a cercare. Si avviò verso il recinto in cui il fratello racchiudeva le pecore per la notte, l’animo tormentato da mille brutti pensieri: forse era caduto in un dirupo, forse era stato attaccato dai lupi che da qualche tempo si aggiravano nella zona. Un’angoscia gelida gli scese nel cuore.
    
    E ad un tratto lo udì: era la sua voce, proveniva da dietro alcuni massi. Caino fu sommerso ...
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