1. Storie della storia del mondo, 2 - caino e abele


    Data: 16/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... grossi coglioni ricaddero pesanti, non più sostenuti, mentre l’uccello carnoso gli si allungava molle verso il basso. Si accosciò allora sulla riva e per prima cosa lavò con cura la fascia inguinale, stendendola su un sasso al sole morente; quindi con un brivido di pura voluttà, entrò nello stagno, avanzò finché non fu dentro fino all’ombelico e poi si lasciò andare di schiena, lasciando che la spinta dell’acqua lo tenesse a galla. Amava galleggiare così, facendo il morto, mentre l’indolenzimento della fatica gli si scioglieva dai muscoli nella frescura dell’acqua, e a poco a poco cominciava a sentirsi rinvigorito e come rinato.
    
    Aveva scoperto che muovendo leggermente le braccia e le gambe, non solo facilitava il galleggiamento, ma poteva anche muoversi, andare in una direzione o nell’altra, e la cosa lo divertiva molto; così Caino rimase un pezzo a sguazzare nello stagno; del resto, era l’unico svago che il suo carattere schivo gli permetteva ad una vita altrimenti di duro lavoro e magre soddisfazioni.
    
    Quando si sentì sereno e rilassato, venne fuori dallo stagno; scrollò la testa per togliersi l’acqua dai lunghi capelli riccioluti, poi si distese sull’erba ad asciugarsi. Non si accorse che qualcuno lo stava spiando, nascosto dietro un folto cespuglio. Sapendo, infatti, che il fratello aveva l’abitudine di bagnarsi nello stagno dopo il lavoro, dopo aver riportato le pecore all’ovile, Abele aveva raggiunto il posto e si era nascosto dietro un opportuno riparo. Aveva ...
    ... atteso con impazienza, e infine lo aveva visto tornare verso la riva.
    
    Fu una vera emozione, una frustata di libidine assoluta vederlo emergere grondante d’ acqua e poi stagliarsi nudo e statuario contro gli ultimi raggi del sole morente. La sua eccitazione era ormai incontrollabile e quando lo vide stendersi sull’erba e adagiarsi il cazzo molle sulla pancia, dopo esserselo lisciato per un po’, Abele vinse ogni titubanza, venne fuori dal suo nascondiglio e si fece avanti.
    
    Caino si volse al leggero calpestio.
    
    “Ciao, - fece con un sorriso – sei qui anche tu?”
    
    “Ciao, fratello.”, lo salutò Abele, cercando di nascondere la sua erezione sotto il rozzo gonnellino di pelle d’agnello, ma l’altro sembrò non farci caso.
    
    Senza staccargli gli occhi di dosso, Abele gli si sdraiò accanto, poggiandosi sul gomito. Stette un pezzo a rimirarlo in silenzio.
    
    “Cosa c’è?”, fece Caino.
    
    Abele scosse la testa.
    
    “Niente, ti guardavo.”
    
    “Mi guardavi?”
    
    Abele avvampò, poi, col cuore che gli batteva all’impazzata:
    
    “Sei bello… - mormorò – Un vero maschio…”, e gli sfiorò il petto con la punta delle dita.
    
    Caino lasciò fare: non capiva l’atteggiamento del fratello, ma sentire quel tocco leggero sulla pelle ancora bagnata gli dava una sensazione davvero piacevole. Abele fraintese la acquiescenza del fratello, scambiandola per consenso? È difficle dirlo, sta di fatto che quella mano indiscreta, dopo aver indugiato sui pettorali, prese a scendere verso il basso, si fece strada fra la ...
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