1. Storie della storia del mondo, 2 - caino e abele


    Data: 16/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Slut e Truz ebbero molti figli nel corso della loro lunga vita, maschi e femmine li ebbero, che, congiungendosi fra loro, altri ne generarono e la Terra cominciò a popolarsi. Tra gli innumerevoli figli, che Slut e Truz ebbero, due ce ne furono che hanno lasciato traccia nella storia del mondo. Le cronache del tempo…
    
    Qualcuno si chiederà:”Come, le cronache del tempo? Ma se siamo ancor prima dell’Età della Pietra!”
    
    Beh, è vero che siamo ancor prima dell’Età della Pietra, quando per definizione gli esseri umani non sapevano né leggere né scrivere; ma è anche vero che ci sono molti modi per raccontare quello che succede anche quando non si sa né leggere né scrivere: il compito degli storici è appunto di scoprire le tracce nascoste fra le pieghe del tempo, e quello di noi narratori è di interpretarle, onde riportare alla luce la vita e le passioni di quegli antichi uomini, possibilmente liberandole dal cumulo di menzogne, sotto il quale sono state sepolte.
    
    Le cronache del tempo, dicevo, ci raccontano di due figli di Slut e Truz: uno era un giovanottone ben piantato, fortificato dal duro lavoro dei campi, a cui si dedicava. A quei tempi infatti, non esistevano ancora i trattori e si cominciavano appena ad addomesticare i buoi, che solo diversi secoli più tardi qualcuno penserà di aggiogare ad un aratro. Si faceva tutto a mano e a furia di zappare e dissodare il duro terreno, il giovane aveva messo su dei muscoli alle braccia, al torace, alle gambe, che erano una ...
    ... meraviglia a guardarli.
    
    Quando lavorava nei campi, coperto solo da un minuscolo perizoma, che evidenziava, quanto invece avrebbe dovuto celare, tutte le donne della sua enorme famiglia, sorelle, cugine, nipoti, si fermavano ad ammirarlo, seguendone con gli occhi il guizzare dei muscoli e sentendosi rimescolare le parti intime. Tutte anelavano ad essere scelte da lui e ricorrevano ad ogni mezzo per mettersi in mostra ai suoi occhi; ma il giovane, il cui nome era Caino, sembrava che neanche le notasse.
    
    Aveva infatti un carattere schivo e solitario, e la sera, dopo il duro lavoro nei campi, preferiva distrarsi seduto davanti alla sua capanna ad ammirare il progressivo scintillio delle stelle nel cielo sempre più buio, anziché andarsi a fare una birra all’osteria “Dalla Buona Comare” con qualche amico.
    
    L’altro si chiamava Abele ed era un giovane pastore dalle forme armoniose e dal carattere più aperto ed estroverso. Naturalmente non sappiamo con esattezza quanti anni avessero al momento dei fatti, che stiamo per raccontare, un po’perché a quei tempi non si usava ancora festeggiare i compleanni, e un po’ perché, vivendo centinaia e centinaia di anni, ad un certo punto finivano col perderne il conto; però, rapportandolo ai tempi moderni, potremmo dire con sufficiente veridicità che Caino era sui ventisette o ventotto anni e Abele sui venticinque.
    
    Un pomeriggio, Caino era intento a dissodare un duro terreno pietroso su cui intendeva seminare una manciata di lenticchie, che aveva ...
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