La moglie schiava - cap. 6 finale
Data: 29/11/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Miss Serena, Fonte: EroticiRacconti
... e non potevo coprirmi in alcun modo.
Così iniziai a ricordare come sono finita così.
Mi tornò in mente la prima volta che tradì mio marito quasi per gioco, spinta da un’amica che mi diceva che ero una vergine insoddisfatta.
Ricordai quando uscendo dalla casa del mio primo amante giurai a me stessa che quella dovesse essere solo una sbandata a cui non dare alcun seguito e invece fu solo l’inizio di una vita fatta di sesso fine a sé stesso. Ricordai tutte le bugie che dissi ad Alfredo per giustificare le mie assenze, compresa la creazione di un presunto comitato di beneficenza che serviva solo a nascondere un’alcova nella quale un giro di signore per bene andava a sollazzarsi con ragazzi e ragazze disponibili.
Di fronte ad anni vissuti in quella maniera, l’ultimo mi sembrava il giusto castigo per la mia perdizione, anzi per certi aspetti era ancora insufficiente.
Dedicarmi unicamente ad Alfredo, soddisfare la sua sete di vendetta, la sua voglia d’umiliarmi ad ogni occasione, era il minimo che potessi fare.
E anche se aveva da poco finito di frustarmi in tutte le maniere e mi aveva presa con un’insana violenza non mi sentivo di condannarlo.
Poi la stanchezza prese il sopravvento, i miei ricordi si annebbiarono sempre di più e crollai in un sonno profondo.
Non mi accorsi che era arrivata la mattina, che lui mi aveva slegata e stava cercando di svegliarmi.
“Svegliati Nicoletta, ci sono novità.”
Mi aiutò a sistemarmi sul divano dopo avermi coperta ...
... con una vestaglia, anche se ancora assonnata ero curiosa di sapere cosa volessi dirmi.
“Vedi ieri ho capito che la mia è una battaglia persa, e quindi m’arrendo.”
Il silenzio che seguì mi mise ancora più in ansia e non potei non chiedergli cosa volesse fare.
“Alfredo parlami, dimmi cos’hai in mente, non lasciarmi nel dubbio.”
Lui era serio, impassibile, restando in piedi davanti a me alla ricerca delle parole giuste, quelle che non danno adito a malintesi.
“Da oggi sei libera, ti darò abbastanza denaro per non doverti preoccupare di come tirare avanti e un assegno mensile finché sarai in vita. Solo alla mia morte non avrai nulla in eredità, quella non la meriti, ma manterrai il tuo mantenimento. Ora ti lascio il tempo di prepararti, potrai andare nell’appartamento in Corso Mazzini, è vuoto ma arredato con tutto ciò che serve.”
Rimasi di sasso.
Libera, finalmente libera.
Libera d’uscire, di girare in città, di rifarmi una vita come meglio credessi.
Libera ancor più di un anno fa.
Ma qualcosa non mi dava modo di poter essere felice.
Avevo sognato quel giorno a lungo, ma ora che era arrivato mi mancava qualcosa, era come se una nube oscurasse ancora il sole che volevo vedere.
Poi all’improvviso tutto mi fu chiaro e la nuvola si dissolse nel nulla.
“No, non me ne andrò.”
Non lo dissi, ma lo quasi lo urlai in faccia ad Alfredo che non riuscì a muovere un muscolo tanto fu sorpreso.
Dopo un tempo assurdamente lungo lui riuscì ad aprire ...