La moglie schiava - cap. 6 finale
Data: 29/11/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Miss Serena, Fonte: EroticiRacconti
La fine della mia schiavitù arrivò all’improvviso, senza nessun segno premonitore.
Alfredo mi aveva avvisata che nel pomeriggio sarebbero arrivati due uomini per portare e montare alcuni mobili per il suo studio, così mi ero vestita in maniera ‘normale’, come se il nostro rapporto fosse uguale a tanti altri.
I due uomini arrivarono verso le cinque e, dopo aver portato gli scatoloni coi singoli pezzi nello studio, si misero a montarli.
Io li guardavo non avendo nient’altro da fare, ma non potevo non notare le occhiate che mi lanciavano.
Nonostante fosse più di un anno che vivevo come una schiava, ero pur sempre una bella donna, anzi forse in quel periodo ero diventata più femminile, per meglio dire più reale, togliendomi per sempre di dosso la maschera di signora fin troppo ricercata.
Con la mente cominciai a vaneggiare su quanto dovesse esser bello esser presa da quei due sconosciuti sul tavolo che avevano appena finito di montare, accogliendo i loro cazzi in ogni mio orifizio fino a farmi sborrare in bocca per bere il loro sperma.
Così non mi accorsi quasi dell’arrivo di mio marito che subito si scusò coi due operai e mi portò in camera.
Li senza tanti fronzoli mi mise una mano dentro le mutandine scoprendo che ero bagnata.
“Sei proprio una cagna da cazzi, appena ne vedi due non capisci più niente.”
Cercai di difendermi dicendogli che non potevo tenere a freno il cervello, ma lui non volle sentire ragioni.
“Dopo che se ne vanno facciamo i ...
... conti, ora fila in cucina.”
Non potei che eseguire il suo ordine, ma anche da lì non facevo che sentire i due uomini che ora parlavano con mio marito.
Ad un certo punto crebbi quasi che mi volesse far sbattere da loro due, ma alla fine li senti uscire di casa e vidi Alfredo entrare in cucina.
Mi tirò il collare che indossai senza dire nulla, poi mi prese per quello tirandomi fino al suo studio.
“Ora spogliati, nuda.”
Mi tolsi in fretta quello che mi ero messa per l’occasione, fino a rimanere con le sole scarpe. Lui mi prese per i capelli e mi portò fino al nuovo tavolo da lavoro, lì mi legò braccia e gambe a quelle del tavolo stesso, lasciandomi alla sua completa mercé.
Lo vidi prendere tutte le fruste che aveva per metterle su un tavolino basso lì vicino, poi afferrò un paio di paddle e alcune canne di bambù, ponendole poi vicino alle fruste.
“Siccome sei puttana dentro ti darò una lezione come non l’hai mai avuta, ti dovrà rimanere in mente tanto a lungo da farti ripensare bene a fare pensieri sconci la prossima volta che ti lascio sola.”
”Alfredo, amore mio, ti prego...”
”Taci cagna, ti lascerò solo decidere con cosa iniziare, però fai in fretta.”
Non che avessi tanta scelta, solo avendo un’insana paura verso le canne di bambù optai per il paddle, sperando che l’oggetto del mio terrore non venisse usato.
“Se il mio Padrone vuole iniziare col paddle, la sua schiava gliene sarà grata.”
“Bene troia, cominciamo subito.”
Prese il più grande di ...