1. Io e il figlio di mio marito


    Data: 26/11/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Tradimenti Autore: VittorioV, Fonte: RaccontiMilu

    ... sbagliando tono. Ti ho succhiato, questa notte, non ti basta? Mi hai obbligato a succhiarti, ti sei svuotato, cosa vuoi ancora? Non ti basta? Gli occhi di Cristiano percorsero il mio corpo. Mi ero dimenticata di essere in intimo. Il suo sguardo mi fece indurire i capezzoli, che spingevano sul tessuto. Tra le gambe il bagnato aumentò. -Tu sei solo una grande puttana. Tu hai voglia di essere scopata per bene, non è vero? Non risposi. Continuavo a guardare alternativamente i suoi occhi e il suo cazzo. Era una belva assatanata. E io la preda in procinto di essere sbranata. Ecco cosa stava per succedere. Lui spalancò la porta. -Non devi dirmi bugie, Valeria. Fece cadere la borsa, e dall’altra mano la giacca. Guardavo i due oggetti sul pavimento. Poi con un gesto naturale e volgare si tolse la maglietta. E infine i boxer. Era nudo. Bello e muscoloso e virile. Il suo cazzo spingeva verso l’alto. Maestoso. La cappella rossa infuocata. Le vene gonfie che pompavano sangue. -Valeria… Non risposi ancora. Non c’era davvero più nulla da aggiungere. Gli diedi le spalle, e lentamente mi avviai verso il letto. Sganciai il reggiseno, e sfilai le mutande. Adesso ero anche io nuda. Appoggiai le ginocchia sul letto, mettendomi a pecorina, con la figa e il culo rivolti verso di lui. Era un segno di resa, come quando gli animali accettano la sottomissione dell’animale dominante. Io accettavo la sua vittoria. Rimasi ferma, il respiro aumentava. Potevo vedere le mie tette pendere e i capezzoli duri ...
    ... puntare verso il basso. Le mie gambe semi aperte, la mia figa umida e pronta. Aspettavo la monta. Pochi secondi e sentii le sue mani posizionarsi sui miei fianchi. Toccarmi appena il culo e la schiena. Poco, non c’era tempo e voglia per carezze e preliminari. La mano rimase una, perché l’altra la immaginai impegnata a impugnare il cazzo, come un’arma. Sentii la sua presenza alle spalle, e la carne toccare la mia. Entrò lentamente, facendomi sentire ogni millimetro di quella strepitosa minchia. Fu come rinascere, una sensazione incredibile. Sembrava non finirgli mai, il cazzo. Arrivò in fondo al mio utero, sbattendovi. Spinse ancora, tendendo i miei tessuti. Infine sentii appoggiarsi il suo pube contro il culo. Era tutto dentro. Non dicevamo nulla. Io inarcai ancora di più la schiena, come una gatta accondiscendente. Lui allora riprese il movimento al contrario, svuotandomi sempre lentamente, e fu come morire, depredata dalla sua presenza dentro di me. Allungai il braccio per toccargli la coscia, la gamba, il culo. Riuscii a sfiorarlo, come a incitarlo a tornare in fondo. Lo fece, questa volta più violento. E iniziò ad aumentare ritmo, sempre più. Godevo, dio mio se godevo. E venni urlando quando Cristiano mi si mise addosso, alla maniera dei cani, raggiungendo con le sue mani le mie mammelle gonfie. Mi scopò così, come un accoppiamento selvaggio, sentendomi godere e rabbrividire e non facendomi muovere da quella posizione. Non rallentò, dopo il mio orgasmo. Anzi, il suo cazzo ...