1. Io e Andrea. Capitolo sette.


    Data: 19/11/2023, Categorie: Trans Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti

    ... inizio a pochi passi da S. Petronio. Usciti dall’albergo mi si aggrappò al braccio ed era inequivocabile come fosse la passeggiata di una coppia innamorata. Ogni tanto si allungava per invitarmi a baciarla e dopo qualche bacetto sulla guancia ce ne concedemmo anche qualcuno sulla bocca. Pochissimi tra le persone che incrociavamo si voltavano, perlopiù incuriositi, la maggior parte però faceva finta di nulla. Un attempato signore incrociato sul nostro stesso marciapiede, ci fissava da lontano e arrivato per essere sentito con un sorrisetto complice mi disse: Ti piacciono giovani vero? Passando oltre senza attendere risposta. Nessuno disse di più e Andrea ne rimase impressionata.
    
    Al ristorante era chiaro come fossimo una coppia. Tolto il chiodo, Andrea esibiva una camicetta in seta aperta sul torace implume e il piccolo seno fasciato ad arte lasciava alla vista un toracino esile da adolescente segaiolo. Avrebbe potuto sembrare mio figlio se non fosse per le occhiate e le carezze alle mani sopra il tavolo. Anche li, i camerieri ci lanciavano qualche sorrisetto complice ma nessuna forma di intolleranza. Era esaltata dall’esperienza. Le chiesi: “Se avessi potuto sperimentarla prima, avresti evitato di vestirti da donna?” No rispose di getto, mi sento bene vestita da donna, sono me stessa e forse un giorno deciderò di perdere anche l’attributo.
    
    Era molto coinvolta e dovetti fermarla in più di un’occasione per evitare di salire troppo di tono nelle effusioni. L’eccitazione ...
    ... però galoppava e così le frasi di incitamento a tornare in albergo per fare l’amore, fruivano con cadenze ravvicinate. A metà pomeriggio proposi la visita ad una mostra di pittura, esponeva una mia amica assieme a dei colleghi. Ci volle tutta la mia pazienza per convincere quel terribile impunito ragazzino a rinviare ancora un poco il rientro. Io stavo prendendoci gusto agli sguardi compiaciuti che ci rivolgevano i maschi, (soprattutto cinquantenni o ancora più in là con gli anni).
    
    Andrea sembrava non accorgersi più di nulla, a tratti sembrava proprio aggrapparsi al mio braccio e con la testa appoggiata alla spalla elemosinava una moina o un bacio senza nessun ritegno. Solo in un caso un signore dall’aspetto un po’ trasandato nell’incrociarci vicinissimo (dalla mia parte), sul marciapiede, appena più avanti lo sentii digrignare tra i denti la frase “Sporchi culattoni pieni di soldi”. Come se i poveri non avessero pulsioni sessuali diverse dalla primogenitura di Adamo ed Eva. Andrea stava facendo le fusa e non si accorse di nulla. Arrivammo alla mostra e la mia amica gli fece un sacco di complimenti chiedendogli anche di fargli un ritratto con quel cappello. Le promisi che la avremmo raggiunta nel suo studio sul lago di Garda l’estate prossima.
    
    Ci fermammo quasi un’ora, il tempo di farci descrivere i pezzi forti della mostra. Per finire, una visita al famoso Roxy bar giusto per un caffè nel cortiletto e un ultimo giro sotto i portici fino all’albergo, quando oramai stavano ...