Sono già in volo
Data: 15/01/2018,
Categorie:
Racconti 69,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... perché più il tempo passava, più quel pulsare pareva ingigantirsi in lei, dal momento che il tempo stesso sembrava essersi dilatato sembrando un’eternità. Altre volte, viceversa, l’aveva sorpresa entrando silenziosamente rimanendo a osservarla prima di mostrare la sua presenza. Lei adorava questo suo modo di fare, in quanto le creava un misto d’ansia piacevole e le faceva sentire quanto fosse sua. La porta stavolta s’aprì all’istante, per il fatto che ne senti lo spostamento d’aria e il rumore, quasi vi fosse irruenza in quel modo d’entrare, visto che la fece sussultare in un brivido infondato di paura:
‘Alzati’.
Lui la schiacciò contro il muro, sentiva i suoi seni premere contro il freddo della parete, il pube aderente mentre la posizionò con le cosce aperte bendandola, poi le dita di Marcello la cinsero del collare:
‘Voglio che in questo giorno tu possa ricordare bene questa ricorrenza’.
Così facendo percorse lentamente con la punta del frustino il suo corpo, dal collo lungo il centro della schiena, seguendo ogni apertura sino a giungere a divaricarle le piccole labbra. Daria sussultò, sentì la pelle fremere come un’onda del mare che sembrava la ondulasse in un misto bizzarro di pelle d’oca e di piacere, che si tramutò in piccole gocce lungo le cosce. Le sentì scorrere lentamente, indecentemente mentre mostravano a lui ogni mancanza del suo pudore, lì aperta completamente in un modo quasi osceno nel mostrare ogni parte di sé. Sentì le sue dita raccoglierle e ...
... immaginò quando portarle alla bocca succhiandole con piacere, ispirando prima il profumo della sua deliziosa fica grondante, Ne coglieva il respiro caldo sul collo, immaginava quel sorriso e quegli occhi che s’accendevano, tenuto conto che lei aveva il potere di fomentarli, dato che rimase compiaciuta ed eccitata ancora di più mentre in un misto d’emozioni attendeva:
‘Non userò il frustino, perché non voglio punirti, in ogni caso avrai la cinghia. Disegnerò su di te i miei arabeschi, sarai il mio foglio bianco sul quale traccerò le mie parole per ricordarti di me’.
Quelle parole però impensierirono e turbarono Daria nel profondo, anzi, furono subito cacciate dal bruciore intenso del primo colpo silenzioso. Lo vedeva, intuiva i suoi pensieri, lo osservava mentre carezzava con lo sguardo la pelle nuda che l’avrebbe colpita. Sentiva persino la cinghia, quella cintura trasformarsi in una prolunga del suo volere e diventare viva nelle sue mani, perché la sentiva serpeggiare, morbida sul suo corpo, respirarne la sua carne e possederla. Quei colpi ritmati l’avvolgevano completamente, ne perse il conto con il corpo aderente al freddo della parete, immaginava quelle strisce su di lei intersecarsi, sovrapporsi, mentre dalla schiena al sedere suggellavano il suo modo d’appartenergli. Alla fine, tutto finì com’era iniziato, lasciandola spossata con la mente libera, un attimo di pausa infranto soltanto dal rumore della cinghia lasciata cadere per terra, poi le sue mani le agguantarono ...