Fuori dall'autogrill
Data: 07/11/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Megaciccio, Fonte: Annunci69
Nei pomeriggi della mia adolescenza ero solito prendere la mia bici e fuggire in cerca di avventure.
Abitavo in un piccolo paese di provincia dove con poche pedalate si era già fuori dal centro abitato e vivevo mille peripezie. A volte riuscivo a coinvolgere qualche amico ma anche in caso contrario non mi scoraggiavo e partivo per le mie scorribande.
Cercavo di trovare sempre nuove sterrate, sentieri o rigagnoli da seguire e più di una volta ho rischiato di rompermi l’osso del collo. Altre volte invece ero costretto a correre a rotta di collo per fuggire da qualche contadino che mi aveva colto mentre smangiucchiavo i suoi frutti dagli alberi nelle campagne o terrorizzato dai cani da guardia lasciati liberi di girare per i campi.
Quella che vi voglio raccontare però è l’avventura che più di tutte ha lasciato il segno.
Non fisico, ma mentale.
La volta che ho scoperto il sesso. Il mio stesso sesso per giunta!
Vi starete domandando cosa c’entra un autogrill se il ragazzino al massimo può andare in bicicletta o su uno skateboard. Beh’, è presto detto:
Pedalavo stancamente per una stradina secondaria che avevo già fatto qualche volta. Costeggiava un tratto di autostrada molto lungo, da un casello all’altro servendo come via di servizio per campi e case di campagna, ma anche come accesso ad un autogrill.
Quel pomeriggio di un giorno come tanti non c’era molto movimento in giro, sia per le strade normali che su quelle ad alto scorrimento.
Mentre procedevo ...
... pensando che ero stanco e forse per quel giorno avevo esagerato con i km, osservavo auto e tir sfrecciare sull’asfalto poco distante dalla stradina sulla quale mi trovavo io.
Presto le due parallele iniziarono a separarsi: mentre l’autostrada proseguiva imperiosa per il suo percorso, la piccola strada di vicinato curvava leggermente per seguire il perimetro di una recinzione, quella dell’autogrill, appunto.
Anche sul piazzale della stazione di sosta c’era poco movimento. Un camion in partenza ed uno in arrivo, qualcuno fermo qua e là, uomini d’affari al telefono e famigliole a sgranchirsi le gambe.
Guardavo la recinzione, mentre procedevo, come fosse una barriera che separava due mondi: uno lento, il mio, ed uno accelerato, dall’altra parte.
Mentre continuavo nel mio circumnavigare il distributore, sullo spiazzo arriva rallentando un tir che mi supera e si ferma poco oltre.
Scende un tizio in zoccoli, con una grossa pancia, una camicia sostanzialmente aperta ed un paio di pantaloni da tuta. Classico abbigliamento da camionista, massima comodità e minimo stile, per uomini abituati a passare il proprio tempo da soli e che poco badano alle buone maniere.
Il tipo si gratta una chiappa poi si abbassa i pantaloni e si mette a pisciare contro uno siepe senza badare a me o a nessun altro che sarebbe potuto essere a portata d’occhio.
Rallento, incuriosito dalla scena e da quell’omone.
Ok, lo ammetto, già al tempo gli uomini non mi lasciavano indifferente.
Non ...