1. I colori del piacere


    Data: 26/10/2023, Categorie: Etero Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69

    ... lei si faceva una doccia, mi fu difficile allacciare le scarpe. Le mie mani erano tremanti.
    
    Lei uscì e... Dio quanto era bella con i capelli bagnati e l’accappatoio che le arrivava appena sotto il sedere. Ci sorridemmo.
    
    Ero già quasi davanti all'ascensore quando lei con la porta semiaperta mi chiese:
    
    “Come ti chiami?”.
    
    “Te lo dico quando ci rivediamo”.
    
    Mi era venuto cosi. Senza che ci avessi nemmeno pensato. In modo spontaneo. Sembrava la battuta di un film, una risposta data da un uomo macho che sapeva il fatto suo. In realtà, ero pervaso da un intensa emozione mai vissuta finora. Se solo lei mi avesse richiamato, li, quando ero in procinto di entrare in ascensore, sarei tornato indietro, senza esitare, sei rimasto con lei, crogiolandomi tra le sensazioni, annegando nel piacere. Tornare a casa che non era vicina successe in un lampo. Ero cosi elettrico, sazio, ma ancor eccitato, rivedevo nitidamente le scene del nostro incontro, dagli sguardi agli amplessi. Sentivo brividi sulla schiena al suo ripensare a certi momenti. Ero felice, appagato, sorpreso da tanto piacere.
    
    Una volta a casa, mi addormentai col sorriso sulle labbra.
    
    Mi svegliai col pensiero di lei in testa. Non sapevo il suo nome, la sua età, il suo lavoro. Non avevo informazioni su di lei, tranne dove abitasse. Ma ovviamente, era fuori questione che andassi li cosi. Probabilmente, lei aveva una vita, un suo mondo, i suoi modi, e non avrei potuto intrufolarmi nelle sue cose. Andai su ...
    ... meetic, su tinder, su ogni applicazione di incontri che conoscevo cercando il suo viso tra le migliaia di candidate all’amore. Per due giorni, ero in licenza, e potevo dedicare tempo alla mia ricerca. La sera, sconsolato, tornai al pub dove la conobbi. Non ero un abituato. In realtà, ero un disadatto che ogni volta per sentirsi meno solo andava in giro nei locali a rubare un pò di calore umano. Non ero esattamente in cerca di sesso, ma di compagnia. La vita mi aveva lasciato troppo spazio per la mia anima, il lavoro mi portava tantissimo tempo, ed ero preso nell’ingranaggio di una società che non considera la pace intima ma bensì la ricchezza materiale. Non ci correvo dietro, nemmeno correvo dietro alle donne. Ero semplicemente arreso ad una società a senso unico. Uscivo per sentirmi vivo, non per un altra ragione. Ed ora, una perfetta sconosciuta mi aveva risvegliato da un torpore in cui non sapevo di versare.
    
    Nel locale, cercai di attaccare bottone col barista. Come quasi tutti i baristi, era alla mano, disponibile, complice. Gli chiesi se ricordasse della ragazza con cui ero li il giorno dapprima. Non per qualcosa, ma per via della mia pelle nera, davo facilmente nell’occhio. E lei, era una bella ragazza, e di conseguenza, era difficile non notarci. Feci bingo. Michele, cosi si chiamava il barista mi disse che si chiamava Liegina. Credo che fosse un nome falso. Anche perché come disse Michele, si vedeva una volta al mese. E… con sé, portava via sempre qualcuno di diverso. ...