1. I colori del piacere


    Data: 26/10/2023, Categorie: Etero Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69

    ... lasciava intendere che anche lei mi volesse.
    
    La mia bocca si fermò all’attaccatura del suo collo, mentre la mia mano scendeva a cercare l’umido del suo desiderio. Era così bagnata che le lenzuola cominciavano a inumidirsi. Ogni parte del mio corpo era come il mio cazzo, non organi, ma protuberanze del piacere. Lei gemeva e ne sentivo l’eco in me, una brezza che invadeva il mio corpo. Le mie dita si infilarono in lei, per un secondo, il tempo di bagnarle tutte, e di portarmele alla bocca. Volevo conoscere il gusto del piacere, annusare l’odore della meraviglia. Il suo sapore era intenso, come i nostri desideri. Si scostò i capelli, girò la testa e mi baciò. Senza violenza, con una tenerezza incredibile, quasi senza muovere la testa, come se cercassimo il respiro l’un nell’altro. Supino su di lei, le nostre bocche saldate insieme, la penetrai. Sembrava di vogare in un mare poco mosso. Ci muovevamo, non padroni dei nostri corpi, in una sincronia perfetta. Ero in lei, o lei in me. Mi rialzai a metà, poggiando le mie mani sulle lenzuola, per meglio penetrarla. Il suo sedere, che spingeva verso l’alto, ambiva allo stesso scopo. La corrente passava attraverso i nostri corpi facendoci trasalire più volte. Di concerto, accelerammo i nostri movimenti ma senza frenesia. Il contatto delle sue pareti intime era come quel paradiso tanto agognato da chi è in vita. Un luogo dove c’è tutto. Assaporavo ogni singolo attimo in cui penetravo la sua intimità, salendo in modo sicuro verso monti ...
    ... proibiti, vietati... picchi di estasi nemmeno immaginabili.
    
    Pian piano, lei si alzò fino a mettersi carponi. Io dietro di lei. Uno spettacolo unico mi si offriva agli occhi. Entravo in lei, e ne uscivo bianco, di una sostanza magica; il piacere. Era un contrasto nel contrasto. Le nostre pelli, i nostri sessi. Ero nero, imbiancato dal piacere, lei era bianca, annerita dal piacere. Le mie mani si poggiarono sulle sue natiche per allargarle ed attingere ancor di più alla meraviglia. Lei ansimava, io ragliavo.
    
    Dopo un po’, lei si staccò. Si girò, e mi disse: “Vieni”.
    
    L’avrei seguita ovunque. Ma non andammo lontano. Mi prese la mano, e si diresse verso il muro. Me la lasciò, e si appoggiò sulla parete con le due mani offrendomi il suo sedere alzandosi sulla punta dei piedi. E sussurro: “prendimi…”
    
    Entrai in lei con un furore incredibile. In modo cadenzato, andavo e venivo, senza sosta, assestando colpi violenti. La sua vagina era rovente, il mio pene ghiaccio. Eravamo agli antipodi per il colore della nostra pelle, avevamo differenti culture e valori, ma non umanità. In quel momento la parte più selvaggia di noi aveva preso il sopravvento. La ragione aveva perso il suo senso, la meraviglia ne aveva preso il posto.
    
    Venni in lei con la potenza di un ciclone mentre il suo orgasmo stringeva il mio pene con la forza di un uragano. Ma non ebbe fine. Per oltre un quarto d’ora, rimasi in lei, mentre sussultavamo senza sosta, paghi, ma non sazi.
    
    Quando mi vestii, mentre ...
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