Questo sono io - 2. non sono tuo amico
Data: 19/10/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69
... voleva che fossimo solo amici me lo sarei fatto bastare, in qualche modo.
“Impegni per stasera?”
Mi stavo preparando per andare a lezione. Ero chino davanti alla porta d’ingresso e tenevo sotto il braccio il libro di diritto privato, quello di costituzionale e il mio quaderno degli appunti e allo stesso tempo cercavo di legarmi le scarpe. Mi serviva una borsa. Sobbalzai ritrovandomi davanti le gambe lunghe e muscolose di Marco. Se ne andava in giro per casa a piedi nudi e non lo avevo sentito avvicinarsi. I suoi peli erano biondi e radi, appena visibili anche a quella distanza. Non potei evitare di posare lo sguardo sul suo pacco mentre alzavo gli occhi verso di lui. Anche a riposo era evidente sotto i pantaloncini e mi ritrovai a deglutire a vuoto. Concentrati Leonardo, imposi a me stesso.
“Eh?” Fu il massimo che riuscii a mettere insieme senza sbavare.
Anche Marco sembrava più impacciato rispetto al solito. “Stavo pensando che potremo fare un giro, mangiare qualcosa. Al cinema è uscito quel film che ti piace…”
Impiegai qualche secondo per assimilare le sue parole. Mi stava chiedendo di uscire? Era una cosa fra amici o un appuntamento? Poi a lui nemmeno piacevano i film di fantascienza. All’improvviso iniziai a sudare. “Va bene.” Dissi veloce.
Io presi una Leggenda e Marco una Caprese. L’idea iniziale era mangiare una pizza, ma c’era una nuova piadineria fuori dal cinema, e avevo trovato un tavolo libero accanto alla parete di vetro che affacciava sul ...
... parcheggio del centro commerciale.
“Tutto bene?” Gli chiesi mentre aspettavamo il nostro ordine. Da quando eravamo usciti di casa aveva un’espressione contrariata e ci eravamo scambiati sì e no due parole. “Se non ti va di vedere il film possiamo fare qualcos’altro…”
Marco aggrottò le sopracciglia. “No, il film va bene.”
La sua faccia però diceva il contrario. Quella innocua bugia fece scattare qualcosa nella mia testa. Iniziai a chiedermi perché mi avesse chiesto di uscire, anche se era ovvio che non gli andava. Forse mi ero fatto delle aspettative troppo alte. Ovviamente non gli piacevo nel modo in cui lui piaceva a me, e passare del tempo insieme faceva solo parte del suo lavoro. Quella realizzazione all’improvviso mi fece sentire vuoto.
Quando ci portarono da mangiare tutti e due ce ne restammo fermi a guardare il tavolo senza fare nulla, avevo lo stomaco chiuso e Marco sembrava ancora più pensieroso.
“Sembra buona.” Dissi dopo un po'. Mi sentii un idiota, però volevo davvero che quella serata andasse bene e dovevo pur dire qualcosa. La scelta era fra questo e “Mi passi un tovagliolo?”
Come se aspettasse un qualche tipo di segnale da parte mia, Marco raddrizzò la schiena, afferrò la sua piadina e ne staccò un pezzo enorme con un morso. “Mmh…” Mugugnò con il boccone pieno.
Mangiammo per lo più in silenzio, e quando a un certo punto fui costretto a sfoderare la carta “mi passi un tovagliolo?” la mia depressione raggiunse l’apice.
“Come vanno le lezioni?” ...