Mercante in fiera
Data: 14/10/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
... mi inarcavo nella spinta guardando in alto, altre volte, abbassando lo sguardo e vedendo il suo piccolo corpo indifeso sotto di me, col grosso cazzo che gli sfasciava il buco e lo riempiva senza sosta, mi eccitavo ancora di più e ci davo dentro come un pazzo.
Il ragazzino gemeva, sbavava e gridava contro le lenzuola. Mi incitava a chiavarlo sempre più forte.
“Siii, così, forte, forteee. Ahhh, come mi sento troiaaa. Sono la sua troia, signore, la sua puttana. Mi faccia sentire il cazzo che mi sfonda. Siii, ahhh, così, cosììì”.
“Prendilo tutto, piccola zoccola rottainculo. Ti piace eh, cagna da monta”.
Non capivo quello che dicevo. Non mi era mai capitato di esprimermi così. Non mi sarei mai permesso così con nessuna donna, ma lui era diverso. Lui mi istigava quegli epiteti. Erano adatti alla situazione di estrema dominazione.
Sono stato brutale come mai prima di allora, nelle parole come nelle azioni. L’ho fottuto a lungo. Gliel’ho sfilato di colpo facendolo urlare. L’ho girato supino e gliel’ho risbattuto dentro con una sola spinta. Lo fottevo e lo coprivo di insulti e lui ne godeva, e anche io con lui. Era evidente. Il suo viso innocente era contratto dal dolore ed esaltato dal piacere. Io dovevo sembrargli una bestia infuriata. Io il toro e lui la vacca. Il suo cazzettino, sbatacchiato dalle mie spinte, sbavava sperma in tutte le direzioni.
Giunsi a non poterne più, un ultimo feroce affondo e gli sono esploso dentro abbattendomi su di lui, con la faccia ...
... sulla sua spalla destra. Guancia a guancia, sospirandogli i miei rantoli nell’orecchio. Ero scosso da spasmi ad ogni fiotto di sborra che gli sputavo nelle viscere per un tempo che sembrò infinito. Una sborrata eccezionale che non ricordavo più di poter fare.
Terminai che avevo il cuore a mille. Il cazzo è sgusciato fuori dal buco slabbrato. Tutto il casino che avevamo fatto si è trasformato in un silenzio durato qualche secondo fino a che il ragazzino, resosi conto di essere pieno di sborra, ha cominciato a vibrare sotto di me e, gemendo, è venuto tra le nostre pance, mentre il suo sfintere rilasciava tutto il succo biancastro col quale gli avevo riempito il culetto.
Ripresomi, gli ho accarezzato la tempia e l’ho baciato teneramente, con affetto. Quindi mi sono sollevato per permettergli di respirare. Lo avevo completamente schiacciato sotto il mio peso.
Mi sono sdraiato al suo fianco. Ancora dovevo riprendermi. Ha fatto aderire il suo corpo al mio, con la testa poggiata sulla mia spalla, il naso a respirare l’afrore delle mie ascelle sudate, la piccola mano che indugiava tra i ricci del mio petto peloso.
“Visto paparino? Non mi ero sbagliato. Lei era quello giusto”.
“La fiera finisce tra due giorni”, dissi con una punta di amarezza.
“Vuol dire che abbiamo ancora due giorni da sfruttare”.
“Lo sai che posso solo la sera e poi non so se ce la farò a reggere il ritmo. Veramente, non so come ho fatto a trovare le energie sufficienti stasera”.
“Merito mio”, ...