Mercante in fiera
Data: 14/10/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
... di approvazione. Allora mi sputai sulla mano, bagnai la sua piccola rosellina e ci infilai tre dita assieme, pentendomene quasi subito. Staccò un attimo la bocca dalla mia mazza ormai dura per sibilare un “Ahhh siii” per poi riprendere il pompino con ancora più energia.
Quindi ho insistito con le dita dentro di lui ed ho forzato la mano sulla sua testa. Stavo perdendo cognizione di quello che facevo. La sua disponibilità mi stava trasformando in un animale. Gli avrei sborrato in bocca senza ritegno, senza avvertirlo.
E lo feci. Una sborrata colossale di quelle che non ricordavo più di poter fare. Vibravo con gli occhi chiusi come una corda di violino e lui gemeva e ingoiava golosamente tutto.
Lo lasciò andare solo quando era completamente ammosciato. Lo rimirò affascinato, rosso e lucido di succhi, poi mi guardò, così, dal basso, e mi sorrise. Gli dette scherzosamente una lunga leccata e si tirò su. Lo guardai grato e gli passai la mano tra i capelli.
“Ne ha fatta tanta, sa? Era buona. Molto” e si è passato lascivamente la lingua sulle labbra umide.
“Sei una troietta eccezionale”.
“Così mi offende. Io sono una vera troia. Lo dica che sono troia, lo dica. Mi piace sentirmelo dire”.
“Come vuoi. Sei troia, una grande, grandissima troia. Mi hai spompato”.
“Lei dice? Ma questo è solo l’inizio. L’aperitivo, diciamo così” e si è chinato di nuovo tra le mie cosce per leccarmi le palle, incurante dei peli che le ricoprivano. Quando erano completamente zuppe di ...
... saliva, risalì con la lingua lentamente lungo l’asta fino alla cappella, che prese in bocca. Stava riprendendo turgore, incredibilmente.
“No. Che vuoi fare? Lascia stare. Non posso venire un’altra volta. Non ho più l’età. Non ti basta quella che hai bevuto?”
“Ma non voglio berla. Questa volta voglio che me lo sbatta per bene nel culo e me la spari direttamente nella pancia”.
“Ma non ce la farò mai. Ci vorrebbe un miracolo”.
“Ecco, vede? Io faccio miracoli”. In effetti il cazzo mi stava tornando duro nella sua bocca e io tornavo a non capirci più niente. Poco dopo ce l’avevo ancora di marmo. Si mise a pecorina sul letto tenendosi aperte le chiappette con le mani e offrendomi il suo piccolo buchino del piacere. Ci affondai la faccia, incurante del fastidio che la mia barba non rasata poteva procurargli. Lo slinguazzai con trasporto bagnandolo abbondantemente di saliva.
“Si, si, siii. Ahhh, che bello. Siii. Dentro, me lo metta dentro. Adesso, adesso. Lo voglio, lo voglio. Voglio essere inculato. Forte, forte. Adesso, la prego”. Si contorceva dal desiderio, da un’incredibile voglia libidinosa.
“Vuoi che ti scopo, lurida troia? Lo vuoi nel culo, puttana? Ecco, prendi”.
Non ragionavo più. Era tornato duro come la roccia. Glielo ficcai dentro con due forti spinte. Sapevo di averlo grosso ma non mi preoccupai affatto. Urlò nelle lenzuola, mentre io grugnivo dal piacere della conquista.
Presi a pomparlo senza tregua, tenendolo ben fermo per i fianchi. A volte ...