Marta – Parte seconda
Data: 10/08/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Claudio78, Fonte: RaccontiMilu
... penetrandola più che potevo, alternando questi colpi di lingua con appassionate leccate del clitoride. Con queste la portavo sulla soglia dell’orgasmo, poi rallentavo, la penetravo un po’ e poi ricominciavo. Dopo alcuni minuti di questo trattamento riprese a parlare: “Fammi venire, porco, non ne posso più, voglio godere”. A quelle parole mi dedicai esclusivamente al suo clitoride finché lei non mi posò le mani sulla nuca come per soffocarmi contro il suo pube ed ebbe un lungo orgasmo. Quando riaprì gli occhi dopo aver assaporato il momento si mise in piedi e mi fece sedere. Io prontamente mi sbottonai i pantaloni e tirai fuori il cazzo già in tiro e la cappella lucida e gonfia. Marta non ebbe esitazioni, dopo qualche bacio e qualche colpetto con la punta della lingua, leccò il cazzo risalendo l’asta dalla base alla cappella e qui giunta spalancò la bocca ed iniziò un lento pompino. Le accarezzavo i lunghi capelli che fino ad ora erano rimasti sciolti ma che, dopo un paio di volte che li scostavo per vederle succhiare il cazzo, lei raccolse su un lato. Chiusi gli occhi per fissare nella mia mente quel momento e quando li riaprii, con la coda dell’occhio vidi muoversi qualcosa. Guardando meglio attraverso una finestra dalla quale, per come ero seduto, riuscivo appena a sbirciare, vidi che i miei due cognati ...
... stavano venendo verso la cappella. Erano a circa 200 metri e stavano passeggiando lentamente godendosi la brezza della campagna. “Stanno arrivando – le dissi – dobbiamo andare”. Ma lei fu più risoluta: “Rilassati, scommetto che ho quasi finito!”. Con grande maestria, iniziò ad ingoiare rapidamente solo la cappella ed a massaggiarmi le palle con una mano. Guardai ancora verso i miei cognati, erano a circa 100 metri. “Continua, ci sono quasi”, le dissi. Dopo pochi secondi, venni, senza curarmi di avvisarla. Lei non si scompose, bevve tutto lo sperma che le scaricai in bocca e quando fu sicura di aver pulito tutto mi regalò un sorriso prima di rialzarsi in fretta e sistemarsi. Feci in tempo a coprirmi ed a mettermi davanti ad un bassorilievo della via Crucis quando i miei parenti entrarono. A quel punto iniziai a descrivere loro quella piccola chiesetta, chiedendo spesso a Marta conferma di quanto stessi dicendo. Ovviamente la maggior parte delle cose che dicevo erano puramente inventate ma il bluff mi riuscì bene. Mostrai loro anche la sedia in velluto ed il marito di Antonella fece notare come quella avesse l’aria di essere molto comoda. Vi si sedette, commentando: “Ci si starebbe per ore per quanto è comoda”. Io e Marta ci scambiammo uno sguardo complice. In effetti su quella sedia ci eravamo trovati molto bene.