1. Marta – Parte seconda


    Data: 10/08/2018, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Claudio78, Fonte: RaccontiMilu

    ... “Grazie – dissi ai nostri ospiti – non prendetela come un’offesa ma a me la caccia ha sempre fatto un po’ senso, se per voi non è un problema resto qui a godermi la giornata di sole”. “Ma ci mancherebbe – mi disse il padre di Marta – faccia come se fosse a casa sua”. “Guarda che c’è anche una piccola cappella privata…”, aggiunse mia moglie sapendo di incuriosirmi. In effetti non era raro che, un tempo, i nobili avessero delle piccole cappelle che utilizzavano per funzioni ristrette alla cerchia familiare. “Sì, è vero – aggiunse la madre di Marta – è molto piccola ma piena di storia per la nostra famiglia. Lì è stato battezzato mio marito ed anche Marta. E spero che lei la vorrà usare per i battesimi dei nostri nipotini quando verrà il momento. Marta, mostri tu la cappella?” “Va bene mamma”, rispose lei come se fosse un peso. “Per favore Marta!”, la riprese la madre. E stavolta la ragazza si mostrò più entusiasta nell’accettare. Mentre andavamo verso la piccola costruzione, che distava circa 250 metri dalla casa in quanto vi era stata annessa solo in un secondo tempo, mi veniva da ridere pensando che sarei stato io a dover mostrare la “cappella” alla ragazza e non il contrario. “Sono stata brava?”, mi chiese mentre camminavamo. “Bravissima, tua madre ti ha perfino sgridata”. Entrati nella cappella, ci ritrovammo in uno spazio abbastanza angusto, in totale una ventina di metri quadrati con due piccole file di panche per lato, sufficienti per una dozzina di persone. Un ...
    ... piccolo altare finemente decorato si poneva davanti a loro e sulla sinistra una sedia con imbottitura e bordatura in velluto era la seduta del prete. “Io mi sedevo sempre lì da piccola, è molto comoda”, mi disse Marta, mentre io curiosavo. Ero in presenza della persona che più mi eccitava al mondo, ma eravamo pur sempre in un luogo sacro. Osservai le decorazioni in parte restaurate ed in parte rovinate dal tempo. “Quindi questa è ancora consacrata. La userai anche tu come vuole tua madre?”, chiesi. Non ottenendo risposta mi girai. Marta si trovava sulla sedia in velluto e mi fissava tenendo una gamba giù e l’altra appoggiata sul bracciolo. Con le gambe così aperte, gli shorts non potevano coprire interamente gli slip, a loro volta in cotone molto fine. Tanto da lasciare intravedere parte della fica rasata della ragazza. “Marta… ma…” “Vieni qui – mi disse – non è la prima volta che lo faccio qui”. Mi avvicinai a lei e mi inginocchiai. A pochi centimetri dalla sua fica potevo percepire l’odore dei suoi umori, già abbondanti. Scostai con la punta dell’indice lo slip e vidi la sua fica. La toccai con la punta della lingua e lei ebbe un sussulto. Era già bagnata. “Leccamela ancora, porco, ho tanta voglia”, mi disse tra un gemito e l’altro. Presi la gamba che era sul bracciolo e la appoggiai sulla mia spalla in modo da sollevarla ancora di più e spalancare quelle cosce il più possibile. Con l’aiuto delle mani scoprii interamente la fica e tenendola aperta vi infilai dentro la lingua ...