Knockout...
Data: 30/09/2023,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: xNemesi, Fonte: Annunci69
... lo ammazza quello là». E siamo saliti sulla Punto tutti allegri. Io perché alla sera uscivo con la Gilda. Il papà perché la mamma gli aveva dato un bacio sulla guancia attraverso il finestrino, prima di partire.
La Gilda ad un certo punto si ferma e mi dice. «Giorgio, lo sai che ce l'hai proprio bello grosso». Ed io guardo verso il basso e vedo il suo viso che mi piace tanto. E lo vedo vicino al mio coso, che invece lo vedo sempre. Quando faccio la pipì o quando faccio la doccia in palestra. O quando guardo la tele fino a tardi e ci sono le donne nude. Ma lì, vicino agli occhi truccati della Gilda, ed alla sua bocca con il lucidalabbra. Beh è un'altra cosa. E questa roba, che credo si chiami felicità, si gonfia sempre più nel ventre. E non riesco a trattenermi. E le dico, alla Gilda: «Gilda, io non so che succede. Ma tu sei bellissima». E la Gilda mi guarda negli occhi. Profondi profondi, me li osserva e poi mi dice, «Giorgio senti, adesso ti faccio un regalo». Ed io non capisco cosa voglia dire la Gilda.
La terza ripresa era l'ultima. Eravamo pari, ma forse qualche punto in più ce l'aveva lui.
È stato in quel momento che mi ha sorpreso. A parare pugni che sbattevano sui guantoni mi ci stavo abituando. Ad un tratto vedo le sue ginocchia che si piegano. E allora mi chiedo, ma che sta facendo? Io non l'ho colpito. E mi arrivano uno, due, tre pugni sui fianchi. E rimango senza respiro. Senza respiro come adesso, che cammino per la strada con l'asfalto tutto nuovo. Con ...
... l'asfalto tutto nero che mi racconta di Piero, di Milano e dell'università. Della mamma e del compleanno della Gilda. Del motorino che inciampa e della testa che scontra per terra. E mi racconta di papà che mi parla, in macchina. E mi dice che lui è contento che io esco con la Gilda. Che mi vede felice. E dice che quel gigante di Treviglio me lo bevo come un succo di frutta. Che quando lo sento colpirmi e farmi male io in quel momento devo pensare alla Gilda.
Devo pensare alla Gilda in un momento unico, che ci stiamo amando. Allora troverò la forza di reagire. «Io ci penso sempre alla mamma nei momenti difficili», mi dice mentre usciamo dall'autostrada con la Punto. «Ci penso quando sono al lavoro. E c'ho i colleghi che mi fanno le infamate. Ed il capo che mi fa la ramanzina. Ed allora io penso alla mamma. Penso ad un momento che siamo stati bene. Il giorno che ci siamo sposati. O quando sei nato te. O quella volta in vacanza in Sardegna, che tu non c'eri ancora, ed avevamo mangiato al ristorante. Spaghetti alle vongole e vino bianco. Che notte, quella notte con la mamma». Così mi dice.
Lei ce lo ha in bocca. La Gilda, intendo. Ed ha preso a succhiare veloce. E con l'altra mano s'aiuta. E la roba che c'è nella pancia e nelle mani. Nelle braccia e nei piedi. Nelle gambe che sono sempre più molli e nella testa che esplode dal caldo. Quella cosa esce fuori. E sgorga impetuosa insieme alle lacrime sulla mia faccia. E non c'è più lo stanzino. Non c'è più la scuola. E non c'è ...